Assunta Michelini

Assunta Michelini nasce a Firenze nel 1890: il babbo è barbiere a via della Vigna, la mamma svolge privatamente qualche lavoro di sartoria.

Quando Assunta ha tre anni i Michelini raggiungono uno zio in Brasile, a Campinas: ma non trovano il parente e devono arrangiarsi da soli. Le iniziali difficoltà sono premiate da piccoli, ma inarrestabili successi. La barberia presa in gestione dal padre dà i suoi frutti, la famiglia si allarga e arriva a contare quattro figli. È con i tutti loro che alla fine del 1899 la mamma di Assunta torna in Italia, con il proposito di capire se le condizioni sono propizie al rientro. Il marito, rimasto in Brasile, si tiene pronto a chiudere l’attività e raggiungerli a Firenze.

La “perlustrazione” si rivela fallimentare: devono fare ritorno a Campinas. Il viaggio di ritorno in Brasile, cominciato nella fatidica data del 1° gennaio 1900, è esiziale per due dei fratelli di Assunta, che si ammalano di difterite e muoiono. Secondo le norme igienico-sanitarie applicate in navigazione all’inizio del secolo scorso, i cadaveri vengono abbandonati in mare.

La vita a Campinas riprende, tra  lutto, sacrifici e una nuova nascita. Nel 1905 i Michelini tentano ancora una volta di rientrare a Firenze, dove provano a vivere per circa cinque anni. Ma le condizioni sono ancora svantaggiose, e fanno ancora una spola oceanica, riprendendo la vita brasiliana.

Finalmente la marcia ingranata è quella giusta, e la fortuna arride ad Assunta e alle sorelle: da un’italiana che vuol far ritorno a Torino rilevano una modisteria ben avviata nel centro di Campinas. Assunta trova anche l’amore in Paulo, un bel giovane conosciuto attraverso conoscenze comuni; i due si sposano e nasce Liliana. Nel 1919, come un fulmine a ciel sereno, Paulo sparisce: nessuna avvisaglia aveva lasciato intravvedere i suoi piani. La verità è che, nascostamente dalla moglie, ha contratto numerosi debiti, e i creditori lo braccano; scomparso lui, si accaniscono su Assunta e i genitori di lei. Nel giro di pochi mesi la vita diviene insostenibile e così, alla fine del 1920, avviene l’ultimo imbarco. La prua è rivolta verso l’Europa, Firenze è l’ultima destinazione.