Giuseppe Papaleo

Orfano di padre all’età di dieci anni l’autore, il siciliano Giuseppe Papaleo comincia subito a lavorare per aiutare la numerosa famiglia: operaio in un’azienda agricola prima e poi autista di camion e vetture. Nel 1935 viene arruolato per la guerra d’Etiopia, che però lo sfiorerà solo da lontano, visto che per l’arco del periodo bellico sarà ad Asmara dislocato presso una batteria contraerea. Finito il conflitto decide di rimanere a lavorare per alcuni anni in Eritrea, trovando prima impiego presso le officine Fiat del luogo poi presso varie imprese di trasporti privati. Papaleo descrive bene le difficili condizioni di vita e lavorative affrontate da buona parte degli italiani in Africa Orientale, ben diverse da quelle sfavillanti promesse della propaganda fascista. Si sofferma anche, in un passaggio della sua memoria, a descrivere l’approccio violento e predatorio degli italiani nei confronti delle donne africane.