Mestieri
minatoreLivello di scolarizzazione
frequenza elementarePaesi di emigrazione
Stati Uniti d'AmericaPeriodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Temi
Grande disastro della miniera di Cherry, Illinois è la memoria densissima – una trentina di pagine in italiano malfermo – di quanto vissuto tra il 13 e il 20 novembre 1909 da Antenore Quartaroli. Una testimonianza potente, raccontata da uno dei superstiti di uno degli incidenti minerari più devastanti di tutti i tempi per numero di vittime.
Siamo a Cherry, Illinois centro-settentrionale. La miniera di carbone è una delle più importanti d’America. Qui sono impiegati, su più turni, circa un migliaio di minatori provenienti prevalentemente dall’Europa. Moltissimi gli italiani: la più parte, oltre un centinaio, emiliani.
Emiliano è anche Antenore Quartaroli, nato a Boretto nel 1883 ed emigrato nell’Illinois probabilmente all’inizio del Novecento. Non abbiamo notizie certe sulla data di partenza: di certo sappiamo solo che lì, nella mina di Cherry, lavorano anche un fratello, un cognato, diversi compaesani di Boretto e moltissimi dei paesi vicini.
La mattina del 13 novembre – come tutte le mattine, ancor prima del sorgere del sole – Antenore bacia la moglie Erminia e il figlioletto di sei mesi e si avvia al lavoro. Come ogni mattina, incrocia l’amico fraterno Francesco Zanarini e fanno la strada insieme.
Tutto va più o meno come sempre fino all’ora di pranzo. È solo dopo che comincia a diffondersi tra le gallerie un fortissimo odore di bruciato. L’aria diventa rapidamente irrespirabile, il fumo si fa così caldo e denso che Antenore e Francesco perdono l’imbocco della via d’uscita.
Comincia così un’odissea infernale che durerà otto giorni, otto giorni in cui l’emiliano, insieme ad altri venti compagni ritrovati tra le gallerie, lotterà contro la sete, la fame, il fumo prima, l’aria troppo umida e azotata poi, il buio, l’angoscia, la disperazione. Registrerà episodi di grande generosità umana, altri di grande meschinità. Vedrà morire dei compagni e scriverà anche lui la sua lettera a casa, da tenere in tasca, sperando che almeno il suo corpo esanime venga restituito alla moglie.
Infatti dei soccorsi non si vede l’ombra, ed è solo ingegnandosi, tentando una via anziché un’altra, abbattendo muri e andando ancora avanti come automi senza più forze che un gruppo di otto minatori in avanscoperta, tra cui l’autore, giungerà all’imbocco di una via d’uscita, da cui sentirà provenire, come in un sogno, le voci del mondo di fuori. Torneranno alla vita, dopo otto giorni sepolti vivi, e il primo pensiero sarà a quei tredici rimasti a sperare, senza più forze, il loro ritorno. Saranno salvati anch’essi.
Il bilancio del disastro è pesantissimo: 259 vittime, tra cui 73 italiani, 44 dei quali provenienti dall’Emilia Romagna come Antenore. L’incendio, scoppiato a causa di una scintilla, si era esteso rapidamente in tutta la miniera, creando nell’aria il “black damp”, miscela letale di azoto e anidride carbonica che garantiva – sono parole di Quartaroli – “una morte dolce”, che arriva dopo la perdita dei sensi. Molti se n’erano andati così, senza accorgersene.
Quartaroli morirà negli Stati Uniti per un’appendicite nel 1918, a soli trentacinque anni.
Il viaggio
I racconti
Cherry. Come tutto ebbe inizio
Introduzione Il lettore scuserà il compositore di questo libro se trova qualche errore perché io sono...
I ventuno della mina
Più in giù si sentiva delle voci mi incamminai verso dove sentire quel rumore la cera...
L’origine del fuoco
Ritiratesi che fumo un poco al sicuro e dove l’aria si poteva respirare sì siamo ammucchiati...
L’amico William Clellan
Oramai la via d’usita era chiusa dambo le parti da quest’aria ossigenata non rimaneva altro che...
Una lettera in tasca
Poi Valter disse: Compagni mi è venuto in mente una cosa credo secondo la mia idea di...
Ritorno alla vita
In camino per la strada eravamo i seguenti: Quartaroli Antenore, Francesco Zanarini, Giacomo Pigati, Salvatore Pigati,...
L’abbraccio con Erminia
Appena sortito mi condussero in un treno speciale la erano letti pronti, dottori da ogni parte,...