Vincenzo Rabito

Vincenzo Rabito nasce nel 1899 a Chiaramonte Gulfi, in Sicilia, e scrive la sua autobiografia dal 1969 al 1975. Il lunghissimo itinerario della memoria percorre la sua vita, dall’infanzia alla vecchiaia, disegnando uno straordinario affresco della Sicilia in tutto il Novecento, fra tradizione e modernità. Ogni volta, alla “grande Storia”, vissuta con disincanto, Rabito mescola mille storie personali. Dalla Prima guerra mondiale, combattuta sul Piave da “ragazzo del ‘99” all’avvento del fascismo, con una significativa parentesi di emigrante in Germania, a Duisburg, dove si reca nel 1942 per lavorare in fabbrica.  Tornato al paese nel luglio del ’43 gli giunge la notizia che a Gela sono sbarcati gli americani. Negli anni Cinquanta, trova un posto da cantoniere grazie a raccomandazioni e raggiri politici. Lui si destreggia e si arrangia sempre fra tedeschi e americani, fra mafiosi e carabinieri, fra contrabbando e legalità. La sua autobiografia è stata pubblicata da Einaudi con il titolo Terra matta. La sua scrittura, un misto tra italiano infarcito di neologismi e invenzioni, viene qui riportata nella versione editata nel libro.