Mestieri
Operaio, artigiano, sindacalistaLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
FranciaData di partenza
1919Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gino Mangini è da poco rientrato in Italia dopo un lungo esilio, reso necessario dalle sue posizioni di antifascista. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale lascia la Francia e torna nel paese natale in provincia di Firenze, per sollevare il figlio dall’onere del servizio militare francese.
Della mia permanenza a Civita Castellana non ebbi personalmente nulla da rilevare che valesse la pena di essere approfondito, non avrei potuto certo fare una analisi come mi era dato la possibilità di fare per Firenze, qui nella Città il fascismo si divideva in due distinte categorie, quella dallo spunto politico, e quella della delinquenza comune che agiva liberamente sotto lo sguardo delle autorità, a Civita il fascismo non aveva ancora posato le sue grinfie sopra il popolo, come non lo aveva fatto nell’arco dello spazio che và dalle Alpi alla Sicilia, ma era ferma la sua intenzione di mettere le radici profonde in tutto il territorio rendendo la vita impossibile a tutti gli oppositori di tutto il settore democratico che non avrebbe avuto altra soluzione, ho arrendersi, oppure perire nel nulla, questa era grosso modo la situazione un pò da pertutto nel paese. Tornammo di nuovo a Firenze, mancavano pochi giorni alla partenza, di conseguenza avevamo giusto il tempo di occuparci per salutare tutti i parenti.
Una mattina durante la visita di congedo alla mia sorella Paolina presso il Campo di Marte, vedemmo sfilare nel Viale dei Mille una colonna di Allievi Ufficiali dei Carabinieri che andavano ai loro esercizi d’uso, ad un certo momento udimmo una voce rivolta verso di noi, era un giovane amico di famiglia di mia moglie, e vi correva frà loro sempre ottimi rapporti specie colle sorelle, era Giuseppe Cancilla che faceva il corso degli allievi, nel momento di riposo venne da noi, il Negozio di mia sorella era proprio hai bordi del Campo, parlammo di varie cose poi venimmo sul tasto dei passaporti che la mattina dopo dovevamo andare in Questura per il ritiro, lui mi conoscieva tramite mia moglie come pure per le mie idee, volle quindi con insistenza e molta gentilezza assicurarmi la sua assistenza nel caso ci fosse stato bisogno, promise così di trovarsi la mattina successiva in Via S. Riparata, accettai con piacere la sua offerta. Quella forzata insistenza ed il dubbio che ci fossero state delle difficoltà a l’ultimo momento per il mio rilascio del passaporto, mi misero confesso in uno strano preavviso dall’allarme, in uno stato di apprensione con seri dubbi che si manifestavano nella mia mente, formulando anche strane preoccupazioni, come se li avessero lasciato libero tutto il mese senza che io avessi dei particolari orientamenti e presentimenti, senza che avessi dei dubbi alla supposizione della tragedia fino che avrebbero poi incastrato la mia persona a loro piacere al momento giusto dell’incontro decisivo per il ritiro del mio passaporto.
Il viaggio
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Operaio, artigiano, sindacalistaLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
FranciaData di partenza
1919Periodo storico
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Il distacco
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Via dall’Italia
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