Paesi di emigrazione
LibiaData di partenza
1940Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Dopo la battaglia di El Alamein, Biondi viene catturato dai britannici. Inizia per lui un lungo periodo di prigionia che si concluderà solo dopo la fine della Seconda guerra mondiale.
Abbiamo resistito fino al 4 novembre… Non eravamo solo i fanti in prima linea, c’erano anche le artiglierie, c’erano i carri armati… Ma il 4 novembre eravamo accerchiati. Senza viveri e senza munizioni, non c’è rimasto altro che arrenderci… Abbiamo fatto gli ottanta chilometri da El Alamein ad Alessandria d’Egitto in tre giorni, a fianco della pista dove continuava il via vai dei mezzi inglesi, e noi sudati in mezzo alla polvere, eravamo dei mostri… Ad Alessandria d’Egitto ci han portato giù in riva al mare, dove ci siamo puliti un po’, perché eravamo dei mostri… E senza mangiare. La mattina dopo ci hanno portato alla stazione di Alessandria d’Egitto e ci hanno caricato su un treno merci, senza sbarre… Porto Said, costeggiato tutto il Canale di Suez, arrivati a Ismailia, c’erano dei camion che ci hanno portato all’interno, al Concentramento 309, formato da 29 gabbie. Noi le chiamavamo gabbie, ma erano recinti, coi reticolati intorno, con le vie in mezzo: a destra c’erano le gabbie dispari, a sinistra le gabbie pari. La ci hanno passato da una gabbia all’altra, ci hanno spogliato e ci hanno dato quei pochi vestiti di prigioniero, e il nome nuovo. Io non mi chiamavo più Biondi Giovanni, mi chiamavo 358279. Perché se mi chiedevano: “Chi sei tu?”, non c’era mica da dirgli Biondi Giovanni, ma 358279. Ero nella gabbia numero 15, una gabbia di filo spinato e ad ogni angolo una garitta con le guardie. Ci sono rimasto per ben 46 mesi, ma tanti andavano al 311, andavano fuori di testa. Dalla mattina ogni giorno sempre uguale, nella tenda o in giro nel campo… Fisicamente e moralmente era un disastro. Tanto per specificare come eravamo trattati, io ero sotto la tenda con otto bresciani, ci davano un pane che sarà stato di sette-otto etti, ed un bersagliere di Ghedi, sempre il solito, un certo Godenzi, lo tagliava, ma non è che uno diceva io prendo questo o questo, no è, uno andava fuori dalla tenda e quello dentro chiamava: di chi è questo?, “è di Toscani”, e questo?, “è di Campanardi”, e questo?, “di Biemmi”, e questo?, “di Bregoli”, e questo?, “di Zamboni”, e questo?, “di Rametta”, e questo?, “di Biondi”, e questo?, “di Godenzi”. Guarda che li ho ancora tutti in mente eh. Il 6 agosto del ’46, durante l’adunata, il sergente inglese viene a fare una proposta: chi vuol firmare di andare sei mesi in Palestina, poi verrà rimpatriato. Entro domani mattina consegnare la firma al capocampo. Il capocampo era un sottufficiale della Marina, un certo Piva. E lì, tutta notte in tenda, andiamo, non andiamo… E io ho detto: piuttosto che andare a rizzare in piedi una paglia a quei malnati lì, con tutte le cannonate che ci han tirato addosso… No, io non vado.
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