Mestieri
segretariaLivello di scolarizzazione
frequenza universitariaPaesi di emigrazione
FranciaData di partenza
1922Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Dopo le prime difficoltà nell’ambientamento, la vita nella Parigi degli anni ’20 mostra il suo lato più bello anche a Clara e alla sua famiglia.
Questo era un periodo tranquillo della mia vita, andavamo spesso al cinema; nei primi anni c’era il cinema muto con l’accompagnamento del pianista che suonava la colonna sonora, era molto suggestivo. Poi arrivarono i primi film parlati. Poiché a mio padre piaceva molto il teatro andavamo spesso agli spettacoli teatrali o all’operetta. Mia madre rimaneva a casa con mio fratello perché non conosceva bene il francese e io andavo con mio padre. Avevamo un caro amico, Serge, che aveva sposato la cantante di operetta Maya Silva; ci dava sempre i biglietti per l’operetta. Ne ho viste tante, questo è stato un periodo sereno della mia vita, non c’era niente che lo turbasse. Spesso andavo da zio Gabriele e zia Gori che, non avendo figli, mi amavano e mi coccolavano molto; mio padre era un po’ geloso e cercava di allontanarmi da loro. Forse temeva che zia Gori, che in gioventù era stata ballerina, Mi trasmettesse questa passione. Invece a me piaceva molto stare con loro, perché era tutta un’altra vita. Zio Gabriele, che gli amici chiamavano Gabì, era il vero signore della bella èpoque, lui non faceva nulla di mediocre, tutto era grandioso: quando si festeggiava qualcosa ci portava nei ristoranti più rinomati a mangiare ostriche, frutti di mare, o cibi italiani, il tutto innaffiato da champagne di marca. A casa loro c’erano sempre tanti artisti, gente simpatica, che lui aiutava con generosità. Alcuni erano bravi professionisti, ma sempre senza danaro perché quello che guadagnavano spendevano. Se gli chiedevano in prestito cento franchi lui gliene dava cinquanta dicendo: “Non è un prestito, è un regalo”. A zia Gori che protestava lui rispondeva: “Do quello che ho, con il prestito perderei il danaro e l’amico, dando quello che ho non perdo l’amico”. Zio Gabriele era speciale. Abitavamo a Montmartre, il quartiere degli artisti, letterati, pittori; la sera c’era l’abitudine di riunirci a Rue de Piqùe al Cafè des Espagnol, con gli zii si faceva una grande tavolata e si giocava a domino, a carte. Noi bambini ci addormentavamo. Mio zio conosceva tutti i pittori, ricordo che quando uscivamo incontravamo Utrillo che dipingeva con il suo cavalletto; era alcolizzato, senza soldi e si avvicinava a mio zio dicendogli:” Gabì, pour un pernod!” Zio Gabrie-le gli dava sempre dei soldi e Utrillo voleva dargli in cambio qualche quadro, ma lui da gran signore non ha mai accettato. Utrillo accettava i soldi che gli dava mio zio e continuava a dipingere; se zio Gabriele avesse accettato qualche suo quadro, adesso avremmo un tesoro. Si parlava anche di Picasso, allora viveva a Bateau Lavoir, vicino a noi, andava sempre in giro con una giacca bianca. Al pomeriggio frequentavo il corso di danza classica al Moulin Rouge, ma dopo qualche anno ho interrotto perché per gli studi superiori avevo poco tempo. Mio fratello continuava la boxe; al giovedì andavamo al luna park con il metrò e spesso tornavamo a casa con i vestiti tutti strappati perché andavamo su quelle ruote che giravano fortissimo. Ci divertivamo molto e la sera tornavamo stanchi morti. Questa vita è durata per un po’, ma non tutto nella vita continua come è cominciato.
Il viaggio
Mestieri
segretariaLivello di scolarizzazione
frequenza universitariaPaesi di emigrazione
FranciaData di partenza
1922Periodo storico
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