Mestieri
politicoLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
RussiaData di partenza
1957Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)È il 1957 quando il giovane Franco Torri viene invitato dal Pci, nel quale milita, a partire per l’Unione Sovietica dove potrà intraprendere gli studi universitari. Franco coglie al volo l’occasione di vita e di studio, le condizioni economiche difficilmente gli avrebbero permesso un’istruzione in Italia. Ma per raggiungere Mosca c’è un problema, perché gli effetti della Guerra Fredda impediscono agli italiani di andare liberamente oltre cortina. Bisogna ricorrere a uno stratagemma.
Frequentavo il terzo anno delle magistrali quando fui selezionato dal Partito con altri 5 giovani italiani per essere mandato a Mosca a studiare. In quegli anni il PCI ricorreva a questa opportunità sia per formare i propri quadri, sia perché lo studio all’università sovietica era offerto dall’URSS, in nome della fratellanza comunista, ed in questo modo potevano studiare ragazzi come me, provenienti da famiglie che altrimenti non avrebbero potuto permettersi studi universitari.
Nella metà di febbraio del ‘57 veniamo convocati a Milano in una casa tutta particolare che credo fosse gestita dai ferrovieri e lì ci dissero di imparare questa canzone: “si va! si va! si va in montagna, dove la neve il volto ci abbronzerà!…”. “E quando sarete al confine con la Svizzera cantatela, poi arrivate a Zurigo e lì ci sarà uno che vi aspetterà. Seguite le sue istruzioni e con loro poi andrete a est”, superando la famosa “cortina di ferro” come l’aveva definita Churchill. Infatti, al tempo era proibito andare in Unione Sovietica, in special modo per attivisti politici comunisti come eravamo noi. Seguimmo le indicazioni, travisati da turisti sciatori. A Zurigo trovammo un compagno che ci riprese gli sci e le attrezzature con le quali avevamo viaggiato. Lui aveva i nostri biglietti aerei che usammo per partire: facemmo scalo a Praga, dove ci fermammo a dormire. Poi da lì partimmo per Vilnius in Lituania e lì avemmo il primo contatto con la realtà sovietica. Appena scesi dall’aereo trovammo un metro di neve ed un freddo glaciale: “Oh mamma! Questa è la Russia!”, pensai. Poi ripartimmo nuovamente per Mosca, e cominciai il ciclo universitario.
Per quasi sei anni rimasi là, senza mai far visita in Italia, perché correvo il rischio di non poter più tornare in Russia, in quanto non avevo fatto il servizio militare e perché ero andato all’estero senza passaporto e senza visto. Quindi rimasi a Mosca fino al completamento dell’università. Furono anni stupendi, non solo perché mi permisero di studiare, ma anche perché fu l’occasione di incontrare “il Mondo”, per me che venivo da un piccolo paese di provincia.
Il viaggio
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