Mestieri
pensionatoLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
Isole SalomoneData di partenza
1981Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Si compie lo scopo per cui Giancarlo ha attraversato il mondo, raggiungendo i figli nello sperduto arcipelago delle Isole di Salomone in Oceania.
8 agosto, sabato
Ieri sera, Jonathan Fifi ha carinamente sciolto ogni dubbio. Senza più obbiezioni abbiamo concordato che io e Marco andremo a Maoa, sulla costa sud, e da li taglieremo a piedi, a tappe, l’isola attraversando il territorio dei Kwaio; lui ci attenderà a casa sua dall’altro lato, sulla costa nord, e nel frattempo con i suoi canali passera’ parola nei vari villaggi segnalando ed avallando il nostro arrivo. In piu’ ci da una lettera di presentazione per il capo-villaggio di Maoa: era quello che volevamo. Cosi salutati gli amici di Ambu, mettiamo i nostri sacchi su uno dei camioncini scoperti che fanno il servizio passeggeri tra Auki e il sud. Un viaggio di un’ora e un quarto seduti sulla sponda del truck, la strada bianca che continui saliscendi segue la costa attraverso il verde più o meno fitto, ogni tanto il mare blu appare tra gli alberi. Marco come sempre attacca bottoni con tutti: “Me very-rich boy true, look look nice girl to marry” e tutti ridono. Passiamo ponticelli stretti e senza sponde, talvolta il camion va addirittura a guado. Di tanto in tanto, in coincidenza di qualche casa o villaggio, qualcuno scende qualcun’altro monta, e sempre quando si incrocia qualcuno – come dappertutto qui’, in città come nel villaggio o in campagna, ci si scambia il saluto agitando la mano.
Alla fine della strada c’e’ Maoa, allungata sul bordo di una dolce insenatura, una fila di capanne di foglie sotto una foresta di lunghissime esili palme. Ad aiutarci a scendere dal camion c’e’ Dennis, il maestro della scuola cattolica, che si prende cura di noi. E’ come se ci stesse aspettando tanto e’ pronta e completa la sua accoglienza. Lasciamo i sacchi a casa sua e subito arrivano con i figli caffè caldo e ciambelline fritte. Sifanaboo, il capo che dobbiamo incontrare, non e’ al villaggio: il tempo di capire questo e già vediamo che Dennis ha messo due materassini in terra per noi per la notte. Andiamo in giro a vedere, Marco fa un bagno alla foce del fiume. Un bimbetto ci offre in silenzio due delle noci di cocco che altri ragazzini stanno tirando giù dalla cima di una palma. Spaccate a colpi di bush-knife, il coltellone a mille usi,_si beve il liquido zuccherino, si mangia la polpa ancora morbida. Il ghiaccio e’ rotto e sono tutti intorno a noi, grandi e piccoli, questi ultimi poi non ci abbandoneranno più. Maoa e’ una ulteriore tappa di questo strano e graduale viaggio a ritroso nella civiltà: dalla metropoli alla città, al paesetto, al sobborgo, ora, alla station. La gente qui’ e’ più semplice, meno ben vestita che non ad Ambu, senz’altro meno pulita. Qui c’e’ solo l’acqua piovana, che si raccoglie in grandi cassoni di zinco dalle grondaie di alcuni tetti che appunto per questo sono in lamiera e non di foglie. Molti tra gli adulti hanno tatuaggi sul viso. I bambini sono più invadenti, segno che l’arrivo di due strani tipi bianchi e’ più raro qui’ che altrove. Ti stanno appiccicati per ore, entrano dentro casa, mi vengono dietro anche quando vado a fare pipi’ nel bosco. Ma a Maoa come ad Honiara e’ lo stesso sorriso accattivante sullo bocca di tutti, la stessa pacifica innocenza di un popolo, bambino per i nostri occhi smaliziati, ma sereno perché immensamente lontano dai nostri grandi e continui problemi. Dennis torna da Auki con una cassa di roba: la sua generosità non ha limiti, nella sua ansia di farci contenti ha comprato carne, marmellata e biscotti inglesi per il the, ketch-up, e anche forchette e cucchiai, perfino noccioline di betel perché Marco non ne rimanga senza!
Il viaggio
Mestieri
pensionatoLivello di scolarizzazione
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1981Periodo storico
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