A scuola di swahili

Spiegato il tutto a Irma abbiamo deciso per Manyoni, anche perché i padri hanno insistito molto dicendomi che saremmo vissuti come in una famiglia, che ci saremmo trovati bene, e anche perché Manyoni è un altipiano (1300 metri sul livello del mare) con un clima secco, caldo si (nelle giornate più calde si poteva arrivare anche ai 50 gradi) ma secco, e perciò più sopportabile. Fatti tutti i preparativi, si parte. Arrivati a Manyoni, grande festa e naturalmente c’è voluto qualche giorno di adattamento. Dopo qualche giorno, riunione generale e i padri ci invitano, o meglio ci impongono, di andare a scuola di Swahili. E così siamo partiti per Kipalapala, dove c’era la scuola per tutti i missionari o volontari che arrivavano in Tanzania. Un tormento almeno per me. La scuola era in inglese e dall’inglese bisognava tradurre in Swahili; sei mesi di tormento. Io alla fine ho detto: quello che so, so; per quello che non so, mi farò capire con il lavoro. Intanto ci hanno costruito la casa; era già esistente, era un vecchio magazzino, hanno costruito nella parte posteriore un corridoio e una piccola cucina, che per due persone andava bene (non c’era da fare ricevimenti). Gli ospiti li avevamo già in casa, nella camera da letto che faceva parte del vecchio fabbricato. Dopo qualche giorno di permanenza, infatti abbiamo avuto la bella sorpresa, (bella non troppo) di trovarci le cimici, ma tante da non sapere come fare per ripulire quella camera senza essere dissanguati. I vari insetticidi che le suore ci aveva-no dato, non servivano a nulla, allora tutte le mattine si metteva il letto, materassi e coperte, tutto al sole, non prima di averli imbevuti di ben-zina. Ci sono voluti una ventina di giorni, perché le cimici morivano subito, ma c’erano le uova che man mano schiudevano. Dopo molto lavoro siamo però riusciti a liberarci.