Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
Regno UnitoData di partenza
2009Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)È il 2009 e Caterina si è appena trasferita in Galles con il marito e la figlia Alice, in età scolare. Alice viene subito iscritta a scuola e Caterina comincia a scrivere un diario in cui racconta il percorso di inserimento della bambina nella nuova realtà.
La notizia del trasferimento in Galles è arrivata ad Alice come uno shock, l’idea da tempo aleggiava in casa, ma la possibilità pratica è arrivata inaspettata, e proprio quando lei si sentiva ormai sicura che avrebbe frequentato in Italia almeno un altro anno di scuola. In pochi giorni io e lei abbiamo fatto il biglietto aereo e siamo arrivate a Cardiff per cercare una scuola e poi trovare casa.
Prima settimana
1° giorno di scuola
Il primo giorno di scuola grande emozione e un po’ di ansia. Siamo partiti da casa tutti e tre, una bellissima giornata soleggiata e, attraversando il parco a piedi, ci rassicuravamo a vicenda, godendoci intanto la passeggiata. Già all’ingresso della scuola un tuffo allo stomaco, Alice guardava tutti i ragazzi che si accalcavano al portone, scherzavano, ridevano, si abbracciavano per essersi ritrovati dopo le vacanze, mentre noi sgattaiolavamo lungo la parete dell’edificio principale, cercando di raggiungere l’ufficio della coordinatrice didattica, con la quale avevamo appuntamento. Abbiamo consegnato alla coordinatrice la scheda informativa e abbiamo salutato Alice che se ne stava seduta con un’espressione impaurita e triste. Al ritorno con Steve non abbiamo quasi proferito parola e per tutto il giorno siamo stati in gran pena. Alle 14.00 siamo ripartiti per andarla a riprendere e siamo arrivati ovviamente molto prima del suono della campanella. Quando l’ho vista uscire mi si sono piegate le gambe: aveva la faccia stremata, pallida, tesa e ho veramente pensato, “che le ho fatto? Perché l’ho sottoposta a questo?” Lungo la strada ha cercato di raccontarci le prime impressioni: “Non ero sul registro a nessuna delle lezioni e ho dovuto sempre alzarmi per dire chi ero”; “sì c’erano due bambine ad aspettarmi in classe, sedute al banco dietro di me, ma io ero al banco da sola. Sono stata tutto il giorno con loro e le ho seguite di classe in classe”. “Ci sono così tante cose che non capisco. Le prof. parlano troppo veloce. Ho chiesto spesso alle mie due compagne, ma non potevo chiedere proprio tutto, ogni tanto mi sembravano scocciate.” Arrivati a casa guardiamo il diario che le hanno dato, ci sono da comprare alcune cose, cose banali, come le copertine trasparenti per i quaderni, una calcolatrice, un righello grande…, ma per trovarle ci perdiamo più volte. Al grande supermercato vicino a casa hanno alcune cose, ma non tutte, torniamo di corsa verso i negozi in zona, ma per quando arriviamo sono già chiusi. Siamo tutti e tre stanchissimi, tornando alla nostra casa ancora semi vuota, ceniamo quasi in silenzio, molto abbattuti, la domanda aleggia, ma non viene pronunciata: “Cosa abbiamo fatto? Valeva la pena?” e ancora… -“Che ci facciamo qui?”. Dopo cena Alice si lascia andare ad un gran pianto e ci dice che vuole tornare in Italia, odia la Gran Bretagna. In Italia ha lasciato un mondo che conosceva, una scuola dove era brava, gli amici che le mancano tantissimo. “Mamma ti prego torniamo” mi ripete “ti giuro non mi lamenterò mai più di nulla se torniamo”.
Il viaggio
Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
Regno UnitoData di partenza
2009Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Gli altri racconti di Caterina Bertelli
Il cibo di casa
2° giorno di scuola La mattina non vuole assolutamente andare a scuola, mi dice che, l'anno scorso,...