Mestieri
architettoLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
LibiaData di partenza
1928Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Passo passo, negozio per negozio, strada per strada: così Angelo ricorda e ricostruisce la Bengasi della sua infanzia, la città in cui ha vissuto fino al 1941.
A dieci anni, la mia attività ricreativa preferita era, la pesca, che io praticavo utilizzando una canna preparata con le mie mani. Partivo per le mie scorribande in bicicletta, (allora si poteva fare!), e mi dirigevo verso il porto, dove andavo a pescare sull’antemurale, dopo la Dogana e la Stazione Marittima, nel luogo dove attraccavano le maone, grandi barconi a motore che trasbordavano a terra i passeggeri dalle navi, che arrivando da Siracusa, allora, non potevano attraccare al molo, per il suo basso fondale.
E durante il tragitto spesso mi fermavo per entrare o osservare alcuni locali pubblici, per lo più bar, che erano quelli che maggiormente attiravano la mia attenzione.
All’angolo tra il Viale Regina e la Via Gasr Ahmed, ricordo, c’era una moderna tabaccheria di proprietà dell’ex Brigadiere Troia, ben assortita di tanti tabacchi e dove io compravo le sigarette preferite da mio padre, le “Macedonia Extra”; nella stessa strada c’era l’appaltatore d’opere edili, il sig. Stefano Fugardi, marito della modista sig.ra Fugardi, e il laboratorio per la produzione e riparazione di carri dei fratelli Cusumano. Poi continuando sullo stesso lato del Viale Regina, c’era un bar dove vicino abitava il Dott. Fusco, medico di famiglia, di fronte alla Caserma dei Carabinieri, dopo, all’angolo di Via Bazar, c’era un grande emporio di prodotti per l’edilizia, e di ferramenta e colori di proprietà del sig. Pietro Ruffatto.
Il Viale Regina terminava all’angolo con Via Aghib, su un grande slargo trapezoidale. Era la Piazza Generale Cagni, con tanti fabbricati moderni sui lati ed un monumento sito al centro a mo di spartitraffico.
Su un lato della piazza, c’era il Palazzo del sig. Pietro Aprile, un siciliano di Ferla, con grandi porticati e con ampi esercizi commerciali e di rappresentanza.
Sull’altro lato della piazza, c’era il Palazzo Prosdocimo, con un fornitissimo negozio di generi alimentari, poi il grande bar Zizzo, e subito dopo il negozio di cappelli della sig.ra Gina Modafferi, quello del sig. Menta e quello del sig. Papouchado.
Di fronte, il Supercinema di proprietà dei fratelli Corrado e Giuseppe Giardinella, nostri fraterni amici e poi ricordo, c’era pure una farmacia: la Farmaceutica Coloniale del Dott. De Cesaris di cui ricordo il figlio, completamente calvo, e vicino, la Pasticceria Tre Marie e un negozio di articoli di maglieria e articoli simili, Il Filo d’Oro.
Dai lati opposti della piazza, si dipartivano due larghe strade: una alberata, che si chiamava Viale della Stazione, conduceva alla Berka, passando davanti alla Stazione Ferroviaria e alle case popolari I.N.C.I.S., l’altra chiamata Corso Italia, finiva nella zona del porto. Questa era la strada più bella della città, con le sue palme altissime sui marciapiedi, con i suoi cento negozi di articoli vari, e con gli studi dei professionisti più noti , tutti residenti in palazzi costruiti di recente dagli italiani, come cortina del quartiere arabo retrostante.
Proprio all’inizio del Corso Italia, a sinistra, c’era un bel palazzo in stile coloniale a due piani, (come quasi tutta l’edilizia bengasina), in cui aveva sede il Circolo degli Ufficiali, con i suoi ampi saloni sempre brulicanti di militari e con i rossi campi da tennis, sull’area retrostante.
Una sede, che era l’ambita meta di tutte le ragazze e anche d’alcune signore della borghesia, che aspiravano di partecipare al braccio di qualche giovane ufficiale, alle periodiche feste che ivi si tenevano.
Di fronte al circolo c’era il negozio d’articoli da regalo della sig.ra Santa Raimondi, suocera del Dott. Beccali che aveva sposato la figlia Rosetta e i cui figli Giorgio e Mario erano nati in un appartamento sito nel nostro palazzo di Viale Regina. Ricordo che il padre di Rosetta, Nunzio Ammirata, aveva una fabbrica di candele in Via Mercato Nuovo, mentre lo zio Angelo Raimondi con la moglie Concetta Fontana, aveva un negozio d’articoli da regalo in Corso Italia, vicino alla modista sig.ra Fugardi. Dopo lo sfollamento da Bengasi, questi due negozi furono trasferiti dai proprietari, a Palermo, in Corso Vittorio Emanuele.
Dopo il Circolo degli Ufficiali, c’erano le Scuole Elementari e le Scuole Medie, due grandi edifici con ampi spazi a verde, in uno dei quali io ho completato gli studi elementari, iniziati presso i Fratelli Cristiani. C’era pure una grand’area recintata di fronte le scuole, in Viale Giacomo De Martino, dove c’erano due palestre coperte e un campo di calcio, sede di epiche battaglie a calci negli stinchi, che mi hanno lasciato il segno.
Il viaggio
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