Mestieri
casalingaLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
PerùData di partenza
1986Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Beatrice De Carli è una missionaria laica in servizio per la Ong “Tecnici Volontari Cristiani” e arriva in Perù nel 1986. La sua destinazione finale è l’Amazzonia, ma la prima doverosa tappa è la capitale del Paese, Lima.
Lima E – dic. -.1986
Carissimi, fino ad ora tutte le preghiere hanno funzionato alla perfezione. Perché meglio di così le cose non potevano andare. Tutti i vostri pensieri sí sono condensati in una nuvoletta buona che sta sopra la mia testa, anzi sopra le spalle e non mi lascia mai. Il viaggio è andato benissimo: dopo tutto quello che mi avevano detto dell’Aeroflot, sono stata tutt’altro che delusa, mi aspettavo di peggio. Certo non si può nemmeno fare il confronto con le altre compagnie, però era più in stile con la motivazione del nostro viaggio. Verso le 5 abbiamo fatto scalo a Cuba: c’erano 23°, piovigginava, c’era puzza di gasolio, militari ché ti controllavano ogni passo, parecchie donne, stipate dentro magliette e pantaloni, che poco rallegravano la vista e che facevano lavori che da noi nessuna donna generalmente fa, tipo sbandierolare agli aereoplani. Insomma, è stata una visita brevissima, ma il primo impatto non è stato particolarmente piacevole. Atterrando a Lima pensavamo: chissà se Maria Teresa è venuta a prenderci o se ci dovremo arrangiare da soli. Non facciamo a tempo ad entrare in aereoporto che ci viene incontro un prete, che ci chiede se siamo “los voluntarios tecnicos cristianos”. -“Yo soy el Monsenor de Yurimaguas” insomma niente meno che il Vescovo. Ci dice che ha chiesto di entrare ed è riuscito, anche se sono molto severi ultimamente per via del terrorismo, perché la gente ha ancora molto rispetto dei religiosi e cosi ci può aiutare per le storie della dogana. In un attimo ritiriamo le valigie, andiamo per l’ultimo controllo dei bagagli e il Vescovo con la sua parlantina racconta che siamo volontari che andremo nella selva, ecc. ecc. e che non portiamo niente di interessante per la dogana. Usciti dall’aereoporto c’era un seminarista con un furgoncino col cassone aperto dietro; siamo saliti tutti su sto baraccone, bellissimo in-confronto con le altre auto e cí siamo buttati nel traffico di Lima: una vera fiera, tutti che suonano il clacson in ogni momento, bambini che attraversano la strada per venire a chiederti l’elemosina senza guardare a destra e a sinistra, gente che ci “tacava balino” ai semafori, che ci diceva di stare molto, molto attenti alle valigie, perché ce le potevano rubare…. ero tutta occhi per non perdere niente. Vicino all’aereoporto è tutto deserto, perchè a Lima non piove mai, per via delle Ande che non lasciano passare le nuvole. E’ una zona di favelas, baracche, poi invece i quartieri ricchi sono bellissimi, ‘pulitissimi, con giardini stupendi, fiori grossi e coloratissimi. Noi siamo sistemati proprio in uno di questi quartieri più ricchi, presso una vecchia vedova malata. E’ una donna simpatica, ha un ottimo spirito, allegra e molto accogliente, cammina molto
Oggi abbiamo preso un autobus: è un’avventura se non vuoi rimanere su e c’è tanta gente che devi essere pronto a scendere al volo. Eppure la prima impressione è buona, per ora mi è simpatico l’ambiente, la gente è gentilissima. Oggi siamo andati in giro con una jeep-accompignati da uno che lavora in banca ed è falconiere; qui a Lima ha 3 falchi in casa e va a caccia con i falchi… qui gli italiani fanno furori: appena la padrona ristorantino dove siamo andati a mangiare ha saputo che eravamo italiani è venuta a ‘vederci’: “mira que lindo, mira que lindo! ” (guarda che bello, guarda che bello). Poi lo hanno detto a quello della pianola o meglio lo supponiamo perché glielo hanno bisbigliato in un orecchio e puntualmente finita la sua canzone, ha attaccato un “Funicolì, Funicolà” in omaggio a noi. Fino a martedì dobbiamo solo fare i turisti poi dovremo vedere per la visita medica; altri documenti per la residenza. Oggi alle 3 abbiamo avuto un appuntamento in parrocchia con Vescovo per ciacolare un po’ più con calma: E’ simpatico; chiacchierone, non oso ancora, ma credo che presto passerò al “tu”, presentandosi ci ha detto che è “Miguel”. Ha una cinquantina d’anni, ma anche prima era missionario; anche se non proprio a Yurimaguas. E’ Basco, sa abbastanza bene l’italiano, perché ha studiato, un po’ a Roma ed è un Passionista.
Il viaggio
Mestieri
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1986Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Gli altri racconti di Beatrice De Carli
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