Paesi di emigrazione
GiapponeData di partenza
1907Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Altra tappa esotica nel viaggio di Carla Novellis di Coarazze e del marito, il Barone Carlo Maria Novellis di Coarazze, comandante dell’incrociatore della Regia Marina Italiana “Marco Polo”. Dopo la Corea la nave arriva in Giappone e i passeggeri visitano alcune delle città principali
12 agosto
Oggi l’ultima giornata a Kobe, perchè domani mattina alle 4 si parte per Yokohama. Ero così stanca della gita di ieri che ho dormito fino a un’ora impossibile e male c’era anche la posta d’Europa la mattina è passata come un lampo. Alle 4 a terra ed in rickshaw al Daibuzu (grande Budda) di Yogo. E la statua di Budda presso un tempio e se anche non è antica fa pure impressione per la sua grandezza e l’espressione strana della faccia. Sempre quel sorriso misterioso. Si entra dentro dove sono molte statue di diverse divinità ed ex voto in quantità, tutti in forma di specchi tondi. Un poco più avanti un altro tempio con una statua di Armida in bronzo non così grande ma molto più bella con un laghetto di lotos davanti e come fondo gli alberi immensi del tempio. Siamo entrati anche nel cimitero vicino che somiglia ai nostri se vi fossero croci sulle pietre potrebbe essere un cimitero europeo, solamente le tombe sono più vicine l’una all’altra perchè fanno prima la cremazione e seppelliscono soltanto le urne colle ceneri. Mentre che i Cinesi hanno le casse seminate sui campi e fra le case spesso nemmeno coperte (secondo quello che i preti dicono sia la volontà degli spiriti) i giapponesi hanno un proprio cimitero, sempre vicino ad un tempio, con alberi e piante in vasetti. Sulla scala del tempio principale era seduta una giovane donna con un bambino non bello, ma un tipo così strano, una veste giapponese, con movimenti di uno charme grande. Era veramente un quadro, tutto l’ambiente del tempio, alberi, oleandri in fiore e la dama col bambino. Per tornare in città si passa quartieri con negozi per il popolo e tutto è molto animato. Naturalmente non siamo tornati colle mani vuote, ma abbiamo preso da un antiquario una lanterna da tempio di ferro e la sera in quadrato degli ufficiali grande esposizione degli acquisti della giornata. Loro avevano servizi da the di Sazund una spada antica, scatole di lacca e bronzo e la nostra povera lanterna, tutta piena di ruggine, un po’ schiacciata e storta pareva quasi deplaceè, ma ci piace e certo era il pezzo il più originale e meno caro. Due buone cose.
13 agosto Visto per la prima volta l’Oceano Pacifico e da lontano due balene.
14 agosto Pioggia, vento ed anche un poco di nebbia. Non si vede il monte Fuji che deve essere tanto bello. Tutto è grigio.
16 agosto Tokio, Imperial Hotel Siamo qui per due giorni, una decisione presa questa mattina. A bordo si fa carbone e così è meglio di scappate. Della capitale non abbiamo visto altro che la strada dalla stazione qui all’albergo. E’ molto europeizzata e qui nella stanza ed anche guardando dalla finestra si potrebbe essere in una città qualunque; le case (Ministeri, Banche, Scuole, ecc.) che si vedono sono nello stile delle case di Vienna sul Ring. Abbiamo fatto colazione ed in un’ora verrà l’interprete della Legazione Italiana prenderci per fare un giro. La sera del 14 siamo arrivati a Yokohama, ancorati fra due bastimenti da guerra americani, il “Raleigh” a Yokohama. Siamo scesi solo ieri per andare a vedere il Console che sta in una bella casetta sul “Bluff” una collina che avanza nel mare come uno scoglio e dove abitano quasi lutti gli Europei. Tutto molto ben tenuto, case carine in giardini con splendidi alberi.. Col console abbiamo girato un poco il Bluff, prima a un punto di vista da dove si vede tutta la città ed il golfo da dove scende una scala dritta dritta di 101 scalini. Fa girare la testa a guardare. C’è una specie di piccola casa da the e due donne una vecchia ed una giovane ci portavano the e dolci e due album pieni di biglietti da visita di persone che erano venute là, anche molti ufficiali di Marina. Con grande fierezza mostrano anche la carta di Alice Rooseveldt. Eravamo seduti sul parchetto della casetta, colle gambe di fuori (per non mettere i piedi sulle belle stuoie) ed a un mezzo metro di distanza scendeva il Bluff tutto dritto. Era carina come la padrona di casa, cercano di parlar italiano; pronunciava molto bene.
Questa mattina prima di andare alla stazione abbiamo ordinato una bella valigia di cuoio per Carlo ed una scatola di cuoio dello stesso genere per le sue spazzole d’argento di Vinkiang. Sarà molto chique. Col diretto, si arriva qui in mezz’ora, tutta la strada lungo il mare pare un giardino.
18 agosto, Yokohama. Le poche ore di Tokio sono passate come un lampo e si può dire che abbiamo visto un estratto della città, ma abbastanza per desiderare di vedere molto di più. La cosa che colpisce più di tutto sono i contrasti enormi del Giappone antico e moderno. In tutto il mondo i cambiamenti sono venuti naturalmente poco alla volta, senza che se ne accorgessero, qui tutto senza “passaggio”. La stazione come tutte in Europa così reclame di acque minerali, alberghi, facchini uniformati (anche molto bene) poi piccole strade colle casette di legno e carta, tutto ad un tratto un Bouvelard enorme, dritto non si vede la fine, largo, tram elettrici in tutte le direzioni ed in quantità enorme, ogni angolo di strada un casotto di telefono pubblico, negozi gran-diosi, fili elettrici come una rete, banche, Ministeri, tutto nello stile della Ringstrasse a Vilmmutt. Le donne tutte nel loro bel costume nazionale ma di colori molto serie, i bambini anche, ma quasi sempre con un cappello europeo orribile in testa con panne e fiori come i bambini nelle piccole città d’Italia. Gli uomini col kimono ma sopra quelli che hanno un impiego con sopra un pantalone tale quale ai “divided skirts”come le portano le nostre signore per andare in bicicletta. Il cappello di paglia, si capisce. Le bambine che vanno a scuola (le studentesse) portano sottane sopra il kimono, cosa abbastanza brutta.
Il viaggio
Paesi di emigrazione
GiapponeData di partenza
1907Periodo storico
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