Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
CinaData di partenza
1988Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Rimango tre giorni a Pechino per visitare alcune zone di questa grande Capitale prima di rintanarci a Xi’an. Purtroppo il nostro soggiorno in Cina non inizia in modo fortunato; in albergo ci rubano una macchina fotografica ed io, per non avere complicazioni non denuncio il fatto. Saranno stati i camerieri che hanno frugato nella borsa aperta alla ricerca di giornali pomo, oppure sarà stato lo sconosciuto giovane italiano ospitato nella nostra camera e che nel frattempo è partito?
Agosto 1988
Chi atterra all’aeroporto di Pechino se lo aspetta simile a qualsiasi altro scalo internazionale di grande traffico, ma non è così. La Cina con il suo miliardo di persone ha un movimento interno di passeggeri veramente imponente e la Capi-tale è il punto di convergenza di rotte, le più sperdute, cui affluisce gente incapace di destreggiarsi nel caos di una totale disorganizzazione e dell’incertezza dei voli. Il viaggiatore non è mai sicuro della partenza che può venire spostata di ore o di giorni se non addirittura cancellata; le modifiche sui voli interni vengono annunciate in cinese, raramente in inglese, per cui lo straniero è totalmente spiazzato, inoltre l’aumento del turismo internazionale, costituito da gruppi che da soli occupano la maggior parte dei posti disponibili, aggrava la situazione già molto precaria aggiungendo ulteriori disagi a chi si sposta individualmente. All’aeroporto di Pechino l’area di accettazione è in completo riordino, lavori iniziati e lasciati in sospeso, carenza di tabelloni degli orari ed un unico minuscolo sportello informazioni dietro cui siede una terribile giovane cinese; una massa di contadini, esasperata da giorni di bivacco nell’aerostazione dove attende stesa su stuoie l’improbabile partenza, assale invano lo sportello che viene infine ermeticamente sprangato. Il nostro volo, slittato di sei ore, è l’ultimo in partenza per Xi’an dove imperversa un forte temporale che impedisce ai piloti di atterrare in questo piccolo aeroporto senza radar; il “volo a vista” in alcuni aeroporti cinesi è ancora una situazione logistica normale e l’atterraggio in molti scali privi di radar risulta spesso assai pericoloso. Carichi di due sacche enormi piene di libri accusiamo una grande stanchezza; non mi arrischio di lasciare Alessandro da solo neppure per cercare qualcosa da mangiare, restiamo a digiuno. Al nostro arrivo a Xi’an è già buio e nessuno è rimasto ad attenderci; né bus, né taxi collegano l’aeroporto alla città, trovo infine l’auto di un’Agenzia in attesa di clienti mai arrivati che ad un prezzo esorbitante ci porta in città alla ricerca del mio nuovo posto di lavoro. Che fatica trovare questa Scuola, nessuno ne ha mai sentito parlare né sa dove sia, gli indirizzi come noi li intendiamo non esistono in Cina, ci sono solo le indicazioni delle Unità di Lavoro. Il cortile dove arriviamo è buio ed i vuoti edifici presentano un’aria molto squallida e decadente; l’organizzazione per la nostra accoglienza ha reclutato due studenti che, venuti invano per ore ad attenderci all’aeroporto, ora compaiono quasi magicamente dal nulla e si prendono cura di noi accompagnandoci all’alloggio.
Il viaggio
Mestieri
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CinaData di partenza
1988Periodo storico
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