Mestieri
consulenteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
CinaData di partenza
1988Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Lo stile di vita cinese, al vaglio di Roberta Gandolfi, studentessa italiana che soggiorna per studio nella capitale, Pechino, nel 1988.
La bicicletta diventa uno strumento fondamentale di vita. Con “lei” evadiamo da quel campus così grigio per recarci in altri luoghi altrettanto grigi. Pechino è comunque una città affascinante. Piena di movimento: un brulicare “formicolante” di persone la anima a tutte le ore, indistintamente. Penso che nessuno ami stare in casa data le grossolane scomodità degli “interni” e preferisca uscire e distrarsi, guardando gli altri che escono. Sembra un gioco di parole, ma non lo è. Se li si osserva bene, sono in pochi a lavorare: tra i venditori ambulanti, i tiratori di risciò, i vigili e la polizia, c’è una marea di nullafacenti che gioca a majong sul ciglio della strada, che fa ginnastica, che chiacchiera, che ozia, che guarda. Alla notte, a tutte le ore, la scena non cambia. Milioni di cinesi che pullulano i vicoli, gli angoli, i marciapiedi. Si alzano all’alba, uomini, donne, vecchi e giovani, per fare gli esercizi nei parchi. I cinesi credono giustamente che l’attività fisica sia un presupposto fondamentale per l’allungamento della vita, quindi su questo aspetto non transigono. Pioggia, neve, afa, nebbia, non possono di certo influenzare negativamente la mezz’ora mattiniera di ginnastica. Si muovono come in una danza, lentamente: spostano il qi, il fluido, lo spirito che dà vita; lo fanno con cerimoniosa concentrazione in una sequenza teatrale di mosse misurate. Io che provengo da una civiltà diversa, ammiro la loro indiscutibile costanza e penso alla fatica che faccio ogni volta che mi impongo due lezioni in palestra. E mi dico che, se fossi nelle loro condizioni disagiate, farei molta fatica ad unirmi a loro, sapendo che dopo non mi posso lavare con acqua calda, che devo tenere gli stessi vestiti impregnati di sudore, che davanti ho una giornata di privazioni e di mancanze materiali. Al loro posto vorrei accorciare la vita, invece di allungarla!!
In questi giorni come non mai mí ricordo dell’importanza che hanno le cose che nel nostro mondo si danno per scontate. Il non averle mi fa stare male.
Il viaggio
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