Mestieri
architettoLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
NicaraguaData di partenza
2002Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)L’arrivo, l’ambientamento e l’avvio dei lavori di Luciana Vasile in Nicaragua: architetto, volontaria, parteciperà alla progettazione di nuove strutture fondamentali per la vita della comunità locale.
E così sono a Juigalpa, non ridente città nel cuore del Nicaragua, decisamente un posto di frontiera, zona pianeggiante e brulla, disboscata per ricavarne legno da esportare e pascoli per le più magre mucche che abbia mai visto, circondata da montagne di 800-1000 metri con vegetazione molto bassa, la Cordilliera d’Amerique. Vi si arriva da Managua a dorso di mulo… no, scherzo, ma quasi…con una Toyota con la marce ridotte, dopo tre ore, attraverso una delle poche strade asfaltate del Nicaragua (non esiste ferrovia) ma piena di buche enormi, dissestata e non manutesa, con gli esiti ancora devastanti dell’uragano “mitch” che si è abbattuto sul paese nel 2000, due anni fa.
L’accoglienza è stata calorosa e il Vescovo, Monsignor Bernardo Hombach, che di tedesco ha solo il nome, è persona simpatica, disponibile, colta, non giovane ma molto attivo. Qui la Chiesa, e lo dice una che non è neanche praticante, come forse in tutti i paesi bisognosi di tutto, ha un ruolo importante, sia come sostegno morale che per le molteplici iniziative benefiche. Il Vescovo, missionario illuminato, fra l’altro ha creato, d’accordo con il governo, in alternativa al carcere minorile, una “Obra por los ninos” di bambini dai 6 ai 14 anni, che si sono già macchiati di delitti e spaccio di droga, togliendoli dalla strada e educandoli all’istruzione e al lavoro. Appena arrivata mi ha reso partecipe di tutti i progetti che ha in mente, dalle ristrutturazioni agli ampliamenti alle nuove costruzioni: case di ritiro, un nuovo ambulatorio con sala operatoria, una piccola degenza e la casa per le suore infermiere per la “Clinica Materno Infantil” da lui fondata e inaugurata quattro anni fa, cappelle di varie dimensioni per i campesinos della regione raggiungibili solo a piedi o a cavallo, su alcuni di essi sto già lavorando. Mi ha poi presentato ufficialmente ai parroci, di vari ordini e di vario mondo anche se molti nicaraguesi, della Diocesi che si estende per un vasto territorio comprendendo il Chontales di cui Juigalpa è il capoluogo, e Rio San Juan, che vanno dall’Atlantico fino a quasi al Pacifico passando dal negro e enorme (è il decimo del mondo) lago Nicaragua fino al Costa Rica. Tutti i sacerdoti volevano un appuntamento per illustrarmi i loro “problemi costruttivi”! Speriamo ìn bene! La mia sistemazione nella Casa Episcopale è accettabile. Dopo un primo momento di sconforto alla vista della tavoletta del mio WC, forse banchetto di qualche topo, dopo una sana pulita al bagno e alla stanza con i detersivi che mi ero portata da Roma, già l’animo si era risollevato. La cucina di Doria Nieve è buona sana povera non varia. Il piatto nazionale è il gallo pinto cioè arroz y frijoles (riso e fagioli) a colazione, poi ancora a pranzo, e… frijoles y arroz la sera, il piatto forte è la carne cucinata molto cotta con varie verdure, il venerdì il più appetitoso pesce di lago. Professionalmente dispongo di un antidiluviano tavolo da disegno che con un po’ di fantasia, vari aggiustamenti (particolare non irrilevante mancavano le righe al tecnigrafo, sostituite da un prezioso collaboratore della Diocesi da altre in ferro pesantissime, acquistate su consiglio e alla presenza del Vescovo dal ferramenta e da una riga che si sposta su due cordoni laterali comprata in un negozio di articoli da disegno, sempre a Managua), è ora perfettamente funzionante, e di un programma di Autocad2002 in spagnolo, dalle mille difficoltà, ma con il quale disegno ormai da un po’ di giorni, non è stato possibile montare Autocad2000 in inglese che mi ero portata da Roma, obsoleto per il nuovo computer comprato per l’occasione dal moderno e tecnologico Monsignore! Benedetta società dei consumi!
Il viaggio
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