Mestieri
operaioLivello di scolarizzazione
licenza scuola media inferiorePaesi di emigrazione
EtiopiaData di partenza
1935Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Nel 1936 la divisione di cui Sergio Botta fa parte viene richiamata in Italia. Il conflitto è finito, il fascismo ha conquistato il suo “impero”: questo è il bilancio di Sergio, soldato che ha combattuto e ucciso, sofferto e visto morire migliaia di commilitoni, mentre sale sul piroscafo che lo riporterà a casa.
Una lunga colonna di automezzi ci porta velocemente a Massaua dove in porto il piroscafo «Lombardia» già ci attende per l’imbarco. Verso il tramonto si comincia a salire a bordo e prendere posto nelle cuccette assegnate. Tale operazione dura per qualche ora, dovendo imbarcarci in circa seimila uomini; tutti facenti parte della nostra Divisione. Quando la sirena dì bordo emette il fatidico segnale della partenza, il molo sottostante è quasi deserto. Non c’è più il caloroso saluto augurale avuto dalla folla delirante di Napoli; ma ora quel grido indimenticato e lontano nei tempo oggi si ripete in un grido di tripudio tutto nostro; grido amplificato da strilla di voci che vanno verso casa e che finalmente siglano l’addio di questa snervante avventura. E l’addio è pure rivolto a quelle aride terre, altipiani e ripide montagne irrorate di sangue innocente e sudore sprecato e dove in tanti casi gravò su alcuni la terribile sentenza di ‘chi si ferma è perduto! Addio agli acquitrini melmosi che dissetarono gole arse; boscaglie infide; piogge torrenziali senza ripari; climi malarici; insetti insidiosi; animali e rettili pericolosi; pane coi lombrichi; brodaglie con mosche; abissini in guerriglia e infine un mesto addio a voi, cari camerati senza ritorno, che lasciaste la giovane vita in quei desolati luoghi e rimanere li per l’eternità a consumarvi sotto una ruvida croce e senza la testimonianza dei vostri cari, tanto lontani e impossibilitati di porvi un fiore od un cero, sul vostro tumulo! Oltre in tremila lasciaste le vostre case pieni di vita e di esuberanza e dopo immensi sacrifici, finiste per sempre il radioso cammino della giovinezza su quelle selvagge e tetre regioni… recando incancellabili dolori e fiumi di lacrime a chi tanto vi voleva bene!… In questi lunghi mesi di vita nomade per il vasto territorio etiopico viene da domandarsi con quale contropartita si è fatto tanto spreco di vite, di materiale e di opere gigantesche per impossessarsi di un’immensa quantità di rocce e di aridi terreni neppure adatti per l’allevamento di caprini. Coloro che percorsero a passi faticosi, che vissero e videro sui posto, dubitano fortemente che i promotori di tale conquista, siano stati gabbati sulle vantate ricchezze di questo Paese. Bastava meditare che era l’unico frammento africano che non fece goia ai più astuti imperialisti europei, poiché prima di noi, avevano già capito che per la conquista di tale territorio il gioco non valeva la candela! Ormai cosa fatta e non rimane che rallegrarsi tutti insieme per le immense ‘ricchezze’ conquistate e che, sommandole alle vecchie colonie di eguale valore, si è fatto quei vasto Impero che nell’avvenire potrà magari diventare un insaziabile sanguisuga nazionale.
Il viaggio
Mestieri
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licenza scuola media inferiorePaesi di emigrazione
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