Mestieri
operaioLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media inferiorePaesi di emigrazione
AustraliaPeriodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Nel 1936 Umberto Bencic vive una prima esperienza emigratoria, interna ai confini dell’Italia di allora: dall’Istria va a lavorare in una fabbrica dislocata lungo il corso del fiume Isonzo, ai piedi delle Alpi.
Non ricordo né il saluto alla mamma, né il saluto alla mia terra, ricordo; solo che eravamo giunti in una grande citta, e dopo la citta un nuovo paesaggio si apriva ai miei occhi. Erano vigneti ancora carichi di uva, alberi di pere e di mele macchiavano la campagna lungo la ferrovia, mentre sulle colline apparivano maestosi alberi di castagno. Non potevo staccare gli occhi dal finestrino, ammiravo il paesaggio meraviglioso che sempre più bello si apriva come più il treno avanzava nella vallata circondata da colline. Poi comincio una pioggia fine ed ininterrotta che ci accompagno fino a Gorizia. Era notte buia quando la corriera ci lascio in un piccolo paese. Guardavo le alte montagne che attorno, attorno circondavano la valle mentre la corriera dinanzi a noi scompariva nella notte. Un uomo carico la valigia in una gerla e tutti assieme ci mettemmo in cammino accompagnati dal mormorio delle acque d’un fiume che riempiva la valle di una monotona musica. Comincio per me ancora una nuova vita, e quando al mattino dopo potevo scorgere la neve che aveva coperto la cima dei monti intorno ed i pendii verso la valle, il mio pensiero era di salire quanto prima lassù. Era il 5 ottobre del 1936 mi trovavo nella valle dell’Isonzo di fronte al cementificio di Salona (Salona d’Isonzo, oggi Canale d’Isonzo, ndr), ai piedi delle Alpi Giulie. Il mattino dopo ero già sopra la cava e salivo verso la neve mentre una serpe tardiva scappava dinanzi a me in cerca d’un sicuro rifugio. Com’era strano per me trovarmi un momento sull’erba asciutta e tra le foglie secche del boscoso pendio e poco dopo affondare i piedi nella soffice neve e come più salivo più affondavo i piedi più alta la neve copriva la montagna. Sui versanti più bassi erano alberi di per e di mele ancora carichi di frutta. Sotto si apriva una vasta valle con le acque dell’Isonzo che correvano limpide e rumorose e la fabbrica adagiata accanto al fiume.
Il viaggio
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