Mestieri
tecnico radiofonicoLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
LibiaData di partenza
1938Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Temi
usi e costumiTemi
usi e costumiTra le diverse esperienze che Ilvo Picconi vive in Libia, nel 1938, c’è quella di partecipare come invitato a un matrimonio arabo.
Pur mescolandosi le masse erano divise fra loro per razza, religione e abitudini. I ristoranti europei erano frequentati solo dai bianchi senza che nessuna norma li vietasse agli altri. Così era libero l’accesso ai ristoranti locali che gli Europei frequentavano raramente. Queste divisioni si notavano anche al cinema, a téatro, ma ancor più all’ospedale. Nei brevi incontri occasionali con gli indigeni si capiva che si erano abituati alla presenza italiana, si condideravano “sua-sua”, uguali e lontana era l’idea dell’oppressore. L’indigeno diceva che Allah aveva destinato all’arabo soltanto il “libro” della religione mentre l’europeo era depositario di quelli del sapere in toto, dimenticando a quali livelli era giunta nel passato la civiltà araba. Non così pensava il beduino del deserto che non si arrese mai all’idea di essere sottomesso allo straniero. I comparti stagni della vita civile non erano evidenti né raccomandati, ma ognuno se ne stava nel proprio a parte qualche sporadico episodio come il matrimonio di Flitìun nostro fattorino. Fummo invitati tutti alla festa. Andammo prima alla casa della sposa che non vedemmo perchè era chiusa nella sua zeribba. Il padre aveva percepito dallo sposo due vaccine, sei capre, due tappeti e un paio di pantofole d’argento massiccio incastonate di turchesi, topazi e ametiste. Quando giugemmo stavano bardando un cammello: avevano fissato fra le due gobbe un baldacchino, che era ricoperto di stoffa a righe nere su sfondo rosso, adornata con veli e fiori. I ragazzini tenevano nelle piccole mani delle foglie di palma più alte di loro, ornate anch’esse da nastri bianchi e si stavano disponendo lungo lo stretto viottolo costeggiato da alti fichi d’india. La sposa, finalmente pronta, tutta protetta dalla vista dei curiosi, venne issata nel baldacchino e il piccolo corteo di parenti e amici si mise in moto lentamente verso la casa dello sposo, mentre il baldacchino danzava paurosamente in tutte le direzioni.
Il viaggio
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