Mestieri
commercianteLivello di scolarizzazione
frequenza scuola media inferiorePaesi di emigrazione
TunisiaPeriodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Al termine della Seconda guerra mondiale, decine di migliaia di ebrei europei cercano di raggiungere clandestinamente la Palestina, controllata fino al 1948 dal mandato britannico. Londra in quegli anni consentiva gli arrivi in quote ridotte ma la domanda era molto alta e così, accanto a quella ufficiale, si sviluppa una massiccia immigrazione illegale. Arthur Journo, ebreo nato nella Tripoli italiana del primo dopoguerra, vissuto in Tunisia, ha un ruolo attivo nell’agevolare i viaggi clandestini degli ebrei verso la Palestina. Il suo compito è quello di trovare una via d’uscita agli ebrei che si trovano in Libia, consentire loro di imbarcarsi da Tripoli verso l’Italia e di lì prendere la rotta verso la terra palestinese.
Iniziai a farmi assumere come commesso da un mio amico spedizioniere, che mi fece fare una Tessera di riconoscimento che mi diede accesso al porto. Ebbi l’incarico di occuparmi di tutte le uscite delle merci sdoganate, quindi ero sempre in contatto con la Polizia e con gli Agenti doganali. Questi agenti doganali non erano sempre gli stessi, cambiavano continuamente, e questo fù un vero problema. Un mese dopo aver frequentato quell’ambiente, mi accorsi della continua presenza di un sergente della Polizia che non fu difficile avvicinare e fare amicizia e da lui conobbi il loro Comandante, un MAGGIORE, non fu facile conoscerlo perché veniva spesso con un mezzo militare e se ne andava, ed io tutte le sere ero lì ad aspettarlo senza riuscire a parlarci. Una sera arrivò a piedi e mentre usciva dal suo ufficio mi avvicinai a lui e lo salutai, chiedendogli come mai fosse appiedato come se io lo cono- scessi da tempo, lui rispose che non sempre si trovavano i mezzi di locomozione e così continuammo a camminare.
Da quella sera, ne seguirono molte altre ed io ancora non sapevo come parlargli però decisi di stringere i tempi con lui. Quella stessa notte non chiusi occhio e finalmente mi venne un idea. La sera dopo gli dissi che io avevo un amico che era senza lavoro e che faceva la fame assieme alla sua numerosa famiglia, nonostante che questi avesse un fratello a Milano che stava molto bene e lo ha invitato di andare da lui assieme a tutta la sua famiglia, ma gli inglesi non gli avevano dato il permesso, quindi ha deciso di partire anche clandestinamente se trovava l’occasione di poterlo fare, mi dica maggiore lei lo può aiutare? … ci sono cento sterline per lei. Pensandoci bene, mi rispose, io da solo non posso fare nulla, io al massimo posso farlo entrare nel porto senza permesso, la difficoltà mi disse che su ogni piroscafo che è attraccato al porto c’è una guardia di finanza che controlla la scala, notai in lui in quel momento che mi parlava che pensava a qualche cosa e poi mi disse: domani ne parlerò con un mio amico che è della finanza e ti saprò dare una risposta e spero che sarà buona. La sera dopo quando ci incontrammo mi disse che non era riuscito ad incontrare il suo amico però gli aveva lasciato messaggio nel suo ufficio. Quando ci in- contrammo la sera dopo mi disse che il Maggiore della Finanza suo amico voleva cento sterline per lui per fare questa operazione, ed io gli dissi che ero d’accordo di dare cento sterline ad ognuno; devo solo trovare un mercantile che è disposto di prendere otto clandestini a bordo e questo impiegherà un pò di tempo, comunque ti farò sapere quando tutto sarà pronto e fissata la data di partenza. Mentre io mi preparavo ad organizzare questa operazione, dovevo anche organizzare che tutto procedesse bene sia alla partenza che al loro arrivo in un porto italiano. Mi misi in contatto con il Dott. Segre, dell’Agenzia ebraica di Roma il quale mi assicurò il loro sostegno all’arrivo dei clandestini ebrei in Italia, quindi potevo procedere. Quando tutto fu organizzato, incontrai il mio amico e gli dissi che quella famiglia era pronta a prendere il piroscafo due giorni dopo, quindi gli diedi il nome del piroscafo e l’ora della partenza, gli raccomandai la sua assistenza. Diedi ordine al mio incaricato di organizzare la partenza di otto giovani che sono disposti di andare in Israele, via Italia era concesso loro di portare con se un piccolo fagotto e non più. Diedi a quei ragazzi 40 sterline da dare al nostromo della nave non appena imbarcati. Alle otto di sera, come avevo convenuto con il maggiore, mandai il primo gruppo di 4 persone e a distanza di altri cinque minuti mandai gli altri quattro, io con il mio cannocchiale li vide entrare nel porto, vidi anche alzarsi la barriera doganale per tre volte come abbiamo convenuto. Al mattino andai al porto per accertarmi che tutto era andato bene, dopodiché feci un telegramma al Dott. SEGRE di aver imbarcato 8 tonellate di bronzo e di provvedere al recupero dando il nome del piroscafo e la città di sbarco. Questa prima operazione era andata a meraviglia, quindi ho pensato che la strada intrapresa era percorribile.
Il viaggio
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