Mestieri
contadinaLivello di scolarizzazione
licenza elementarePeriodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Bernardo è emigrato in America. Caterina è rimasta in Italia e gli scrive lettere struggenti, superando di slancio il proprio semianalfabetismo e trovando parole ideali per descrivere i sentimenti che prova verso l’uomo che ama.
Piedicavallo, 12 ottobre 1888
Amata mia speranza,
Eccomi di nuovo al mio tavolino, nella mia stanza accanto al mio letto, da me sola, con una penna in mano, e lottare con forza a far tacere il mio cuore, di non far tanti errori, e vergar due misere e sterile righe, ed inviarle, all’anima mia, Sì anima mia, se potessi trovarmi un solo momento in tua compagnia per far battere il mio cuore contro il tuo cuore non vi sarebbe gioia più soave per me. Mi duole di aver ricevuto una vostra lettera prima che voi aveste ricevuto la mia, nella quale andavate così mancando di speranza, a dirvi la verità lo letta la prima volta e poi non o mai più avuto voglia fino dopo ricevuta la vostra ultima mi duola anche, che nell’ultima mia, vi abbia lasciato sospetto alcuno del mio amore. Ora vedo di giorno in giorni inoltrarmi in quelle sere, in cui qui nell’amabil paese potremo trascorrere insieme qualche ora di soave allegria, ma vivo tranquilla, sperando che nessuno diverbio di sorta alcuna potrà slegare il nostro amore. Iddio, che fin qui vediamo, pare che abbia già formato i nostri destini in un solo e benedetto quel nodo, il quale ci unirà per sempre. Idolo mio, se tu sapessi in questo istante come e dove il mio pensiero va pensare. E ora si apre una via fiorita per l’avvenire intrecciata, di baci, di carezze, e di virtù in ogni maniera, un mondo nuovo s’apre d’inanzi ai miei occhi, il mondo solitario dell’amore. Sì angelo mio, questo mondo non mi si è aperto che vicino a voi, che dopo conosciutovi voi, dunque non posso far a meno che seguitarlo verso colui che guidò i miei primi passi, verso colui che il suo nome un giorno renderà felice il mio, e vivrà finché Iddio vuole sulle mie labbra.
Oh come è grande l’amore!
Tutte le ore del giorno penso a voi inebbriandomi dalla vostra memoria. Quivi vi è già la neve, e fa molto freddo. I vostri genitori mi anno detto che quando vi scriveva glie lo facessi sapere, io non o osato andare a casa vostra, per istrada non li o mai trovati sicché non lo sanno, ma sono tutti in salute.
Tralascio cuor mio di scrivervi, poiché la mia poca scienza non mi permette di più, poiché ripetessi cento volte la parola v’amo non è mai ripetuta abbastanza.
Spero che il sentimento delle mie lettere lo sappiate voi solo, poiché sarebbe la più grande figura che potessi ricevere da voi! Spero che non vi offenderete di queste mie ultime parole, ma delle volte le compagnie tradiscono.
Addio o mio dolce cuore, tenetevi in salute guardatevi dai pericoli, e non prendervi la vita, per il troppo lavorare che cento anni in mia compagnia se piace a Dio li dovete passare.
Vi saluto di cuore ricevete un abbraccio e un bel bacio e con la speranza di essere da voi amata
mi dico la vostra amante
Janutolo Catterina.
Il viaggio
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