Anarchia
Carlo Ciseri ha combattuto nella Prima guerra mondiale ed è sopravvissuto. Ma la smobilitazione presenta degli imprevisti per i reduci delle trincee, che né Carlo né molti dei suoi commilitoni avrebbero mai immaginato. Tra i più dolorosi, l’odio che molti civili dimostrano nei confronti di chi ha combattuto. A Milano, dopo aver subito degli insulti per la divisa che ancora indossa (nel 1919 non è stato ancora congedato) riprende a scrivere il diario che aveva tenuto in maniera discontinua a partire dall'inizio della guerra, e sfoga tutta la sua rabbia.
Quanta delusione! La grande famiglia italiana che tutta unita intervenne al momento propizio nella grande guerra, oggi e disgregata, divisa orribilmente, e orribilmente malata, febbricitante di una febbre pericolosa: l’anarchia.
Mi sento in alto mare. Non arrivo a concepire come si possa, per queste sporche idee politiche, odiarsi a tal punto da uccidersi fra fratelli, quando dovremmo invece essere tutti uniti per riassestare la nazione soprattutto economicamente sollevandola dalle disastrose conseguenze della guerra. Non credo più a nulla.
Nella forma piu solenne: giuro che non mi occupero piu di politica, che non apparterro a nessun partito – II mio unico partito politico, la mia unica grande idea saranno la famiglia: mio Padre, mia Madre, i miei fratelli, un giorno i miei figli.
Viva un’Italia nuova di pace e di grandezza! Ed e in questa grande speranza che rivolgo a Dio una preghiera ed una grazia; che ci conceda un uomo che sorpassando tutto e tutti vinca ed imperi nella vera giustizia.
Il viaggio
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L’uomo nuovo
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