Mestieri
contadino, operaioLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
Stati Uniti d'AmericaData di partenza
1913Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Teresa ha scritto, allarmata: il 24 maggio l’Italia è entrata in guerra, e molti coetanei del marito sono già partiti.
Penns. Grov. 24 giugno 1915
Carissima Moglie
Rispondo alla vostro colmo di gioia che tutti voi di famiglia godiate buona salute come posso assicurarvi di me, di mio fratello e sua moglie. Per quello che mi chiedete riguardo alle voci che corrono sulla leva militare io non so niente so solo che è stata richiamata la mia classe e che molti vanno volontariamente da qui ma non è obbligatorio, io credo, tornare, che vuoi che io torni a fare “a schioppettate”? se fosse accaduto quando ero scapolo allora sarei tornato volentieri ma adesso che ho moglie e figlia la morte mi è dolorosa, certo è che chi si trova in guerra è fortunato se scampa ai pericoli. Perciò non vi preoccupate che io sto bene e non cerco di stare male, mi dispiace per voi, chissà come fate a tirare avanti con queste brutte annate, ma fatevi coraggio fino alla ricorrenza del 17 io vi ho spiegato nelle altre lettere che fino ad ora non vi ho potuto rimandare niente perché neanche mi fido a rimandare i soldi a causa della guerra, ma questo mese il 22 prenderò la paga e vi manderò un po’ di moneta.
Lo so cara moglie che voi ritenete che anche io sia tra i richiamati ma sono lontano, più lontano di molte migliaia di miglia di quelli che ripartono. Io però mi sono consolato, prima avevo sempre un rammarico e spesse volte ci bestemmiavo quando ripensavo a quando caddi ammalato con l’orecchio e persi il lavoro e da allora cominciarono le mie difficoltà economiche, altrimenti avrei fatto i miei affari e sarei tornato ma ora sarebbero pianti più brutti e così mi sono consolato e adesso credo che quello che è successo è andato per il meglio, cioè che sono dovuto rimanere più a lungo in questa terra; tu mi dici di non arrabbiarmi se qualche volta non lavoro, che Dio … a tutti quanti, quando qui non si lavora è meglio stare in guerra per quanto si soffre e per quanti pensieri vengono in testa. Ora basta che in avvenire avremo tempo di raccontare la mia avventura ma ora spero di non trovarmi più disoccupato, credo che questo lavoro durerà a lungo, e se cessa la guerra non durerà, certo il cavallo di mare l’ho quasi fatto e se mi dovessi trovare di nuovo disoccupato me ne tornerò subito. […]
Carissimo Padre
Non preoccuparti per il fatto che si dice che tutti devono tornare, chi vuole tornare torna, chi no rimane, e non ascoltare le chiacchiere, del resto voi fatemi sempre sapere le voci che corrono. Quello che vi raccomando è di vendere del raccolto di quest’anno solo il fieno, il resto nulla perché fra un po’ vi rimanderò quello che serve, adesso ve l’ho piegato perché non l’ho rimandato prima. A Gino ho mandato un biglietto e ancora non mi risponde, lo sai com’è fatto che non scrive. Saluti e baci infiniti ricevi dall’aff. Figlio Francesco, saluti da Gino e Franceschina a tutti.
Il viaggio
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