Mestieri
manovaleLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media inferiorePaesi di emigrazione
VenezuelaData di partenza
1952Data di ritorno
1958Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Da quando, più d’un anno prima, ha incontrato un emigrato ritornato in paese, uno che si è arricchito in Venezuela, Vincenzo non pensa ad altro: vuole anche lui tentare la via della fortuna nel Paese sudamericano.
Una sera a cena chiesi a mio padre: «Tà, mi lasci emigrare?» Lui mi guardò e impallidì, poggiò la forchetta sull’orlo del piatto e lentamente rispose: «M’ha jacciatu u sangu dint e vene». Adesso ascoltami attentamente: se i tanti che sono emigrati avessero avuto fortuna, sono certo che si sarebbero ricordati della propria terra, almeno in vecchiaia; eppure quelli di loro che sono ritornati ad Amantea si contano sulla punta delle dita!
Non vorrei che tu credessi che in uno Stato straniero basti solo pestare i piedi a terra per trovare un mucchio di soldi. Tuttavia se sei veramente convinto che emigrando migliorerai la tua vita, vai pure, non mi opporrò alla tua decisione».
«Tà», ripresi io «qui mi sento inutile. So di darti un grande dolore ma devo trovare la mia strada ora che sono giovane; spero di poter tornare con un po’ di soldi per comprare un pezzettino di terra e costruire una casa per noi».
Mio padre mi parlò ancora cercando di farmi rinunciare a quel progetto ma io avevo già deciso: sarei partito appena il passaporto fosse stato pronto. Mia madre, che era rimasta in silenzio fino a quel momento, non riuscì più a trattenersi e, sfogando col pianto il dolore per quella improvvisa e triste notizia, mi disse: Mi sientu u cori spezzari allu pinsieru ca tinni vai. Enzù pensaci bene, pecchì hai ancora bisognu dell’affettu e d’u caluri da casa tua.
«Non disperarti mamma» le risposi facendomi coraggio «voglio andare incontro al mio destino e so che ce la farò».
Erano trascorsi solo pochi mesi quando una sera tornando a casa, ebbi la notizia che attendevo: il passaporto era pronto.
Il viaggio
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