Mestieri
pubblicistaLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
Stati Uniti d'AmericaData di partenza
1995Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Partito dall’Italia, Antonio atterra negli Stati Uniti: la sua meta è Denver dove ad attenderlo c’è Loretta, la donna che ha conosciuto pochi mesi prima durante una vacanza in Italia.
Il controllo della dogana statunitense, a Washington, é stata una pura formalità. Mi sono messo in coda assieme a una giovanissima italiana che aveva sposato un americano. Mi ha chiesto se poteva farmi da interprete. Non ce n’è stato bisogno. Me la sono cavata con il mio “junky” english. Allo sportello c’era un poliziotto in camicia bianca e pantaloni neri con una colt alla cintura. Mi ha chiesto dove avrei alloggiato durante il mio soggiorno americano. “Da una amica,” ho risposto. “Da quanto tempo conosce questa amica?” “Da otto mesi.” Era la pura verità. Mi è difficile mentire in questi casi. Il poliziotto dalla faccia teutonica ci ha pensato un po’ e poi mi ha detto: “Puó andare”. Finalmente sono riuscito a trovare il “gate” C24 dove ci si imbarca per Denver. Ho aspettato quaranta minuti prima di salire su un altro aereo delle “United Airlines”. L’aereo era più piccolo di quello con cui avevo appena attraversato l’Atlantico. All’interno, lo spazio era un po’ piú ridotto e i posti in triplice fila erano sistemati vicini ai finestrini. Il mio posto era sulla destra proprio accanto all’obló. li personale, qui, era un po’ più di casa, ma lo stesso ho avvertito una confortante atmosfera di attenzione e di cordialità. Si vola sicuri sopra coltri di nubi attraverso le quali si riconoscono le prime incrostazioni della superficie terrestre, con i fiumi, gli appezzamenti di terra geometricamente delineati, in forme stranamente circolari, dovute, probabilmente, a necessità di irrigazione. L’effetto visivo che mi ha colpito é stato quello di enormi composizioni astratte dove i cerchi e i semicerchi si sovrapponevano all’infinito, come nei quadri, se ben ricordo, dell’astrattista francese, Robert Delauny. Vicino a me, un po’ prima di partire, si é seduta una graziosa biondina. Abbiamo attaccato discorso. Mi ha spiegato che veniva da New York e che sarebbe scesa a Denver dove abita assieme al marito. Lavora in una ditta immobiliare. Mi ha detto che suo padre era ancora vivo, ma che sua madre era morta tragicamente. Una storia un po’ triste. La madre, dopo essersi separata dal marito era andata ad abitare con il nuovo convivente in un’altra parte degli Stati Uniti. Una sera, nella loro casa, sono entrati i ladri. Quando si sono accorti che c’erano i padroni, non hanno esitato a sparare. La madre e l’amico sono morti tutti e due. La signora bionda dagli occhi castani si chiama Carolyn ed ha diviso amabilmente le sue conversazioni tra me e il vicino di posto, un giovane stempiato e un po’ sovrappeso seduto sull’estrema sinistra. Non era un caso, l’amabile fanciulla era un “Pesci”. Abbiamo parlato di cucina italiana, cosí mi ha dato il suo biglietto da visita con l’intestazione della sua ditta “Leopard”, se le avessi telefonato avremmo potuto vederci assieme a suo marito per fare una bella spaghettata. All’aeroporto di Denver, prima che potessimo scendere, è passata una mezz’ora.
Il viaggio
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