Mestieri
militareLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
EtiopiaData di partenza
1935Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Ferrero Bigiarini espone il suo punto di vista sul suo passato, di fascista e di militare, impegnato prima nelle battaglie per la conquista dell’Etiopia, e poi in quelle che hanno visto il Regio Esercito sconfitto nella Seconda guerra mondiale e gli italiani cacciati dall’Africa.
Sono come un capitano di lungo corso, che dopo aver navigato per anni ed anni attraverso tempeste e bonacce, ammaina la ve-la, getta l’ancora sul fondo del mare e si ritira a nuova vita: riposo, tranquillità. Torna a passeggiare sul molo, si siede di fronte al mare, ammira il susseguirsi delle onde e pensa: giorno per giorno ricostruisce il suo passato. Così conclude: si vive, si lotta, non si pensa al pericolo, si dimentica l’oggi per il domani e si va avanti coraggiosi come se la vita si rinnovasse ogni giorno, minuto per minuto. Almeno così ho concepito la vita e la lotta per vivere. Quando ci si ferma perché abbiamo raggiunto il traguardo della tranquillità, si ricostruisce il passato. Intendo per traguardo della tranquillità, la saggezza che è unita (o almeno dovrebbe) alla senilità.
S’immagini, quindi, l’avventura di chi parte pieno di gioventù e di entusiasmo in un lontano anno 1935 da Napoli per Asmara.
Un ricordo incancellabile: suoni, fanfare, cori, canti patriottici. Io affermo che era amor di Patria sincero. Saremo stati degli illusi, ma avevamo avuto quel tipo di educazione, eravamo stati avanguardisti, giovani dei G.U.F., tesserati, chi lo nega? Era un delitto? È un delitto oggi il voler camuffare il passato, per rifarsi una verginità, come molti, politici e non, hanno fatto. Partii cantando “Faccetta nera”, feci a piedi da Massaua al cuore dell’Etiopia: Tembien, Amba Alagi, Socotà e sempre pieno di entusiasmo. Finì la guerra, mi trovai un lavoro, mi formai una famiglia. Vissi anni di esperienza preziosa in cui si maturava il mio pensiero. Ritornò la guerra nel 1939: ero sempre dello stesso spirito generoso, impulsivo. Potevo starmene tranquillo a sedere su una poltrona del mio ufficio, ero ufficiale militarizzato, e potevo così stare vicino alla mia famiglia in Addis Abeba. La Patria per me è ed è stata sempre un valore insostituibile nell’umano viver civile. Rinunziai all’esonero e nel novembre del 1940 ebbe inizio la lunga odissea per me, per la mia famiglia, per tante e tante famiglie. Ero venuto per conquistare un pezzo di terra e la giovinezza non intende sottintesi politici. Ora partivo volontariamente per perder ciò che era stato pochi anni prima conquistato, qualcuno, col senno di poi, dirà “usurpato”.
Il viaggio
Mestieri
militareLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
EtiopiaData di partenza
1935Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Ferrero Bigiarini
La separazione
Per le strade di Addis Abeba gran via vai di autocarri militari e del Governo. Si...
Un colpo solo
Dura mattinata di nervi tesi, sempre in vedetta, ripiena delle fucilate vicine, lontane, di boati prima...
L’ultimo saluto
Un motore pigro, con le batterie mezze scariche che fatica a mettersi in moto, poi lentamente...
Cinque righe lapidarie
Questa è la storia triste di un uomo che si era formato una famiglia dopo tanti...