Mestieri
medicoLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
BurundiData di partenza
2014Data di ritorno
2014Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Il giovane chirurgo marchigiano Giuseppe Novelli è arrivato a Mutoyi, in Burundi, per prestare servizio volontario presso l’ospedale locale.
Ho mangiato le banane. Scordatevi le banane del supermercato, pure le banane del vostro fruttivendolo, quelle speciali. Le varietà di banane qui sono almeno 20, suddivise in 3 categorie, quelle da mangiare, quelle da farci i dolci e quelle da farci la birra. Io non so che varietà ho mangiato, erano piccole ma con un sapore che si fa fatica a descrivere. Appena la sbucci il profumo riempie l’aria, sono dolci, pastose ma compatte e alla fine arriva sulla lingua un po’ di asprigno che ti invita a mangiarne ancora. Cazzo che banane!
In sala operatoria, un ventenne. Perforazione ileale. Rapida raffia, toilette peritoneale. Nell’immediato postoperatorio il paziente viene estubato. In respiro spontaneo. Il risveglio dall’anestesia dura circa 20 minuti, poi il paziente muore. Era settico. L’unica cura offerta è stata la chirurgia, invece avrebbe avuto bisogno della terapia intensiva. Ma non c’è.
Non troppo stupore per gli operatori.
La vita qui non vale meno, vale diversamente dalla nostra.
Questo ospedale è una specie di miracolo. Solo religiosi molto motivati possono fare questo. Non che i civili siano da meno ma credo che la fede sia il più potente motivatore dell’animo umano. Una struttura in muratura, padiglioni, cucine, lavanderie, sterilizzatrici, farmacia, poliambulatori, reparti di degenza, piccola chirurgia, chirurgia maggiore, ginecologia e ostetricia, maternità, ortopedia, pronto soccorso.
Tutto perfetto in puro stile bianco. Occidentale.
Per forza.
Uno stile africano in tema di ospedali deve essere ancora ideato. Solo che a forza di importare o subire modelli, questo paese un’idea tutta sua di sanità non ce l’avrà mai.
Fanculo lo smartphone. Internet non va. E non ho tanta voglia di portarmi appresso sto bagaglio solo perché ha dentro il dizionario FRA-ITA. Ho chiesto ad esperti veterani bianchi come potevo fare per comunicare e mi hanno risposto: “ricordati chi sei, ricordati che sei italiano”.
Fanculo lo smartphone, spento. Ciao.
Il viaggio
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