Mestieri
impiegatoLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media inferiorePaesi di emigrazione
AlbaniaData di partenza
1928Data di ritorno
1949Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Temi
ritornoTemi
ritornoCacciata dall’Albania comunista, dopo vent’anni la famiglia Canciani è costretta a tornare in Italia. L’accoglienza a Brindisi coglie tutti di sorpresa.
La nave getto l’ancora nel porto di Brindisi: la nostra gioia era immensa, anche se velata dal pensiero dei tanti rimasti in attesa di ritornare in patria. […] Mentre eravamo in attesa di scendere a terra, sulla banchina si era radunata gente che sventolava bandiere rosse ed inneggiava il comunismo. Alcuni di noi risposero urlando, di andare in Albania a verificare i frutti della loro dottrina! Il diverbio verbale aumentò ulteriormente di tono e quando scendemmo a terra dalla scaletta d’approdo, si trasformò in rissa. Intervenne la celere a dividerci e fummo rinchiusi nel grande ingresso dell’albergo internazionale. Alcuni agenti del servizio informazioni c’interrogarono su vari argomenti, volevano essere aggiornati sulla reale situazione Albanese. Erano già a conoscenza di tanti particolari che noi ignoravamo. Alla fine fummo divisi in due gruppi, quelli che vollero partire subito per raggiungere le loro famiglie ed altri che decisero di rimanere, in attesa di essere trasferiti in un centro profughi per avere la qualifica che ci dava il diritto ai sussidi e benefici previsti dalla legge.
Prima di partire, avevamo depositato in banca a Tirana i pochi risparmi, che avevamo accumulato nell’ultimo periodo di permanenza. Non era consentilo esportare valuta ne cambiarla con altra, anche se ci avessero consentito di tenere i frutti del nostro lavoro, la moneta albanese non aveva corso in Italia. Il fatto di non avere mezzi di sostentamento ne un lavoro per procurarceli, non ci concedeva altre soluzioni alternative questo ci costrinse a rimanere ed attendere l’iter burocratico che alla fine ci dava la possibilità di avere un aiuto per i primi mesi e consentirci un reinserimento graduale per affrontare la situazione Italiana del dopoguerra. Rispetto ad altri, noi potevamo considerarci fortunati, la nostra casa di Gemona; agognata meta finale, rappresentava per noi un sicuro punto di riferimento. L’albergo internazionale a Brindisi era ubicato sulla banchina del porto, di fronte ormeggiavano tutte le navi, sulla sinistra, la zona residenziale di Casale. Alla mia famiglia era stata assegnata una sola spaziosa camera per dormire. Di giorno lunghe passeggiate a visitare la città. La gente ci guardava incuriosita, come se fossimo arrivati da un altro pianeta. Visi incavati, sguardi impauriti; il vestiario non era certo alla moda, le donne a Brindisi, portavano le vesti lunghe alla caviglia, mia sorella Albina le aveva ancora sopra il ginocchio, il disagio era inevitabile. Lunghe ore le passavamo seduti al caffè del porto, davanti a noi grandi navi e piccole imbarcazioni e fino all’orizzonte, quell’immenso mare che per tanti anni, avevamo atteso di attraversare. Il sig. Vito, padrone del bar; come la maggioranza dei pugliesi, era una persona comprensiva e di buon cuore, non esigeva da noi l’obbligo di consumazioni, sapeva che la nostra disponibilità di danaro era molto limitata.
Il viaggio
Mestieri
impiegatoLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media inferiorePaesi di emigrazione
AlbaniaData di partenza
1928Data di ritorno
1949Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Arnaldo Canciani
Tre giorni di viaggio
In seguito alla situazione venutasi a creare in Italia con il fascismo al potere mio padre...
Per qualche lek
Erano già trascorsi quattro anni di grandi disagi e sacrifici, dal nostro arrivo in Albania: nel...
L’occupazione italiana dell’Albania
Nella notte dall'otto al nove aprile 1939, fummo svegliati verso le tre del mattino, il tempo...
28 ottobre 1940
Mia madre era terrorizzata, gli allarmi erano frequenti, non era facile raggiungere i rifugi. Mio padre...
Da emigrati a profughi
Il 18 aprile (1949, Ndr), avvertirono mio padre di partire subito per Durazzo e presentarsi al...
Ritorno a Gemona
La permanenza in questa città durò quindici giorni, la sera del sette maggio ci accompagnarono alla...