Barbiere a Toronto

Con il ritorno di mio cognato e di mio fratello finiva la mia responsabilità di capo famiglia. La sorella più piccola sposava un avvocato e si trasferiva in Canada. La famiglia era ormai sistemata ed io potei, finalmente, realizzare il sogno di fare quel viaggio tanto desiderato e raggiungere mia sorella in Canada.

Dopo aver consegnato il salone paterno nelle mani di mio fratello, partii per Toronto dove rimasi incantato nel vedere questa bellissima città con le sue casette circondate da giardini, ampie strade pulite e verde dappertutto. Notavo che le consuetudini e il modo di vivere erano identiche a quelle degli Stati Uniti ed anche l’architettura era simile sia per le case che per i bellissimi grattacieli. Essendo una nazione giovane, in pieno sviluppo, era più facile trovare lavoro; molti emigranti affluivano da tutte le parti del mondo, anche dagli Stati Uniti, ed era uno spettacolo meraviglioso vedere questi nuovi venuti, con linguaggi e colori diversi, con tradizioni e religioni differenti, lavorare insieme con grande entusiasmo e solidarietà che scaturiva da una paterna assistenza ricevuta dal governo democratico canadese. Era come tornare indietro alla mia infanzia e vivevo felice in questo Paese anche se ero spesso preso dalla nostalgia. Pensavo al salone importante che avevo lasciato a Napoli con una simile clientela che difficilmente avrei potuto ricreare.

Ma mi sbagliavo. Infatti incontrai un barbiere che era stato apprendista nel mio salone ed era emigrato in Canada. Fu molto felice di vedermi; mi disse che il suo salone era l’unico in città ad offrire un servizio assai accurato, con il solo uso delle forbici. […]

In questo modo egli era riuscito a creare una clientela di persone importanti ed agiate. Mi disse che era stata la provvidenza a mandarmi da lui, perché doveva sottoporsi ad un intervento per un tumore alla testa. Conoscendo la mia esperienza mi pregava di curare i suoi interessi per fargli lasciare il suo lavoro con più serenità. Addolorato accettai ed il giorno dopo presi il suo posto. Purtroppo, dopo due mesi, il povero giovane morì e i lavoranti offrirono alla vedova il doppio del fitto.