Biografia di una città

London 1st, 22 settembre 2014

Carissimi vi scrivo da una amena caffetteria dell’Università Queen Mary in attesa di conoscere il prof, che mi ha dato buca la mattina ma che dovrebbe presentarsi nel pomeriggio (rettifico all’ultimo momento mi ha dato buca anche nel pomeriggio….).

Innanzitutto venerdì pomeriggio con un’azione carbonara mi è stato da alcuni di voi consegnato il libro “Londra biografia di una città”, ciò nonostante avessi investito la Sonia di evitare qualsiasi regalo, su di lei ricade la responsabilità morale del gesto, sulla Elena quella morale e anche quella materiale, visto che l’ha comprato. Allora ringrazio tutti quelli cui le suddette colleghe sono riuscite ad estorcere una quota di partecipazione al regalo ma ancora di più quelli che hanno resistito all’estorsione. Sappiate che l’ho già iniziato traendo interessanti spunti per una conversazione di stretta attualità con gli indigeni: ad esempio sapevate che le case di mattoni sono così diffuse perché il sottosuolo londinese è ricco di argilla? E che il nucleo originario della città si trovava nella collinetta di St Paul ben prima dell’arrivo dei romani?

Per il resto la Queen Mary University è costituita come un campus molto carino con viali, canali navigabili, parchi, etc., il corpo studentesco è very international come si può notare dal look delle studentesse che oscilla dal burka al bikini. Per adesso non so dirvi altro perché non ho visto aule e biblioteche. Il posto dove dormo è invece la foresteria dell’Imperial College un altro istituto universitario gigantesco specializzato nelle materie scientifiche, in realtà si tratta di un vero e proprio distretto della scienza di dimensioni inusitate che comprende i musei della scienza e della tecnica, l’imperial college, l’istituto geografico britannico (quello di Willy Fog?) etc., ma loro non vogliono scienziati consunti come noi e allora oltre alle caffetterie, ristoranti etc ci mettono pure una palestra stile Virgin e una piscina.

Newspaper

Vi interesserà sapere di cosa parlano i giornali inglesi…

Scozia: il referendum è acqua passata, adesso il tema è la devolution a favore della Scozia , se farla subito o con calma, se darla a tutti i componenti del Regno Unito (come sostiene Cameron) o per adesso solo alla Scozia (opzione laburista).

Tesco: è la più grande catena di supermercati dell’UK e la terza al mondo, è in difficoltà da un po’ di tempo ma ieri è venuto fuori che i profitti del primo semestre 2014 sono stati gonfiati di 250 mln GBP, tracollo in borsa, polemiche, indagini etc.

Heatrow: vogliono fare la terza pista da un po’ di tempo però ci sono gli ambientalisti (arrivando a Heatrow si vedono tutto intorno dei laghetti e dei boschi meravigliosi), c’è chi vuole puntare su Gatwick…quelli di Heatrow hanno tappezzato la metro di manifesti a favore dell’ampliamento…tutto ciò mi ricorda qualcosa..

Insegnanti: soprattutto nella zona di Londra c’è una grande carenza di insegnanti, considerate che già lo stipendio è tra i 27 mila e i 37 mila GBP per chi insegna a Londra, insomma hanno intenzione di alzare gli stipendi, di dare borse di studio per fare studiare gli insegnanti (fino a 25 mila GBP!!)e una grande campagna promozionale per rivalutare la professione con lo slogan Your Future (di insegnante) Their Future (dei ragazzi).

Spettacoli: sembra che abbiano appena girato l’ultima puntata di Downton Abbey, si conclude con una cena, la cena-scena dura 2 min, ma per quei due minuti hanno girato 36 ore, riportavano continuamente il cibo per permettere agli attori di mangiare roba calda ed essere credibili, alla parete hanno messo un vero Van Dyck valutato 17 mln di sterline.

Eat

La cucina inglese non sarà molto varia ma qui si può mangiare veramente di tutto, già provato libanese (le olive mediorientali sono le più raggrinzite ma anche le più saporite, sottoaceti fatti in casa, hummus , shaarma che sarebbe una specie di kebab, dolcetti fitti e immersi nel miele, spremuta fresca di pompelmo: 13 sterline) e giapponese (ma non sushi bensì una strana frittata chiamata okonomiyaki che ti cucinano su una piastra sul tavolo, di cui non ho capito la metà degli ingredienti , ma di sicuro ci sono gamberi, maiale, verdure, zenzero, uova, ho escluso che ci fossero insetti o vermi….)

Me and the English

Subito salito sull’aereo per testare il mio inglese ho attaccato bottone con una coppia di inglesi che tornavano da un corso di italiano a Montalcino ( o forse era un corso di vino e non ho capito bene…). Innanzitutto una cosa è stata subito palese: un inglese che va’ a Montalcino a imparare l’italiano è fighissimo mentre un italiano che va’ a Londra a imparare l’inglese è uno sfigato perché dovrebbe già conoscerlo. Ad un certo punto mi hanno spiegato di essere di Brixton ed io ho detto di conoscerla per via della canzone “the guns of Brixton” dei Clash, ma non credo che loro apprezzassero particolarmente il punk inglese e comunque credo che l’effetto sia stato lo stesso che percepiamo noi quando gli stranieri ci citano l’italiano di Toto Cutugno.. Poi ho anche scoperto che la Brixton dei Clash era un quartiere di Londra e non una città…

Non riesco mai a capire quanti soldi vogliono quando devo pagare, allora per sicurezza gli do sempre una banconota di importo molto più elevato con il risultato che sto accumulando una gran quantità di moneta.

Dio salvi la Regina. ( E Braveheart non reggeva l’alcool). Kind regards

Mariano