Mestieri
militariLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
EtiopiaData di partenza
1936Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)In una lettera inviata al padre il 22 aprile 1936, Renzo Peccerini racconta le fasi salienti della battaglia di Mai Ceu, l’ultima grande battaglia della Guerra d’Etiopia, alla quale prende parte il 31 marzo.
Passo Ezba 22 aprile 1936
Caro papà ho ricevuto adesso la tua lettera tutta confortata dall’arrivo del mio telegramma. A quest’ora avrai anche ricevuta la lettera da me scritta la sera del 31 scorso a battaglia praticamente vinta, lettera che avrà soddisfatto almeno in parte il tuo desiderio d’informazioni. La battaglia del Mecan è stata forse la battaglia più importante che sia stata combattuta sul fronte nord. E’ durata sedici ore: dalle 6 del mattino alle 7 della sera, incessantemente. L’avversario era munito di artiglierie buone e bene manovrate che hanno causato gravi perdite; aveva persino delle bombarde che hanno messo fuori uso una nostra sezione. L’attacco del nemico è stato impetuoso e condotto con arte, ma rapidamente rallentato dalle meravigliose artiglierie e dalle mitragliatrici. Il nostro contrattacco à stato eseguito dagli ascari un po’ troppo presto (il nemico non era stato ancora sufficientemente logorato) e con poco ardore tanto che molti ascari si sono fermati a metà strada per raziare i cadaveri. Molti ufficiali degli ascari sono morti. Le perdite dei nazionali sono state dovute ai difetti della nostra sistemazione difensiva e ai muretti troppo bassi e male tracciati. Il coraggio, anzi l’indifferenza di fronte alla morte e l’impeto degli abissini sono stati veramente ammirevoli: ma il loro difetto principale cioè l’incostanza, si è subito rivelato. Gli Alpini sotto l’onda attaccante non si sono turbati: la superiorità della difesa, la sicurezza dalle posizioni consentivano una possibilità di resistenza indiscussa. Dopo un’ora dall’attacco si comprendeva benissimo che tutte si sarebbe risolto in una nostra completa vittoria: eravamo troppo forti per temere. Io ero su un cucuzzolo da dove si seguiva lo svolgimento della battaglia su tutta l’ala sinistra avversaria. A mezzogiorno la valletta dove si è svolta la lotta corpo a corpo, il contrattacco, l’inseguimento era tutta piena di cadaveri. In un boschetto che doveva servire al nemico some base e punto di, partenza per l’assalto e che era continuamente battuto dall’artiglieri i cadaveri erano a mucchi.
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