Mestieri
geologoLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
SvizzeraData di partenza
1944Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)La vita di tutti i giorni alla “Casa d’Italia”, il campo di lavoro dove Arvedo Decima trascorre le sue giornate dopo la fuga dalla Repubblica di Salò.
Giovedì 9 marzo 1944 Ci alziamo come il solito alle 7 e ce ne stiamo fuori in cortile perché nell’interno fanno pulizia. Improvvisamente verso le 10 viene l’ordine di partire per 43 di noi, fra i quali Astorre, Carraro ed io. Mettiamo a posto la nostra roba ed alle 11,15 viene distribuito il rancio ai partenti. Rimangono in pochi a S. Biagio, solo coloro che hanno la famiglia in Svizzera e che devono ad essa ricongiungersi; fra questi sono il sig. Orefice, Soria ed altri: una decina in tutti. Portiamo le valige in cortile e le piu pesanti vengono caricate su di un carrettino e portate alla stazione. Alle 12,30 circa partiamo tutti incolonnati per quattro. Attraversiamo la via principale di Bellinzona ed ammiriamo le numerose vetrine colme di ogni ben di Dio. Alla stazione attendiamo un po’ che si formi il treno e alle 13,12 partiamo per Lugano. Rifacciamo la strada già fatta il giorno 2; al passo di Monteceneri, non so per quale motivo, facciamo una lunga fermata. Verso le 14,15 siamo a Lugano. Di nuovo incolonnati siamo condotti alla Casa d’Italia dove si trova già una cinquantina di italiani. E’ un grande edificio a forma di torre con vasti locali. Appena entrato nel cortile vedo De Giacinto, studente di Vallada. Siamo condotti nella palestra-refettorio dove il capo campo, un avvocato italiano, ci fa delle raccomandazioni. Ci permettono di mettersi in gruppetti di amici per rimanere vicini nelle camere. Io formo un gruppetto con Astorre, Carraro e Albertini. Siamo assegnati alla camera 9 all’ultimo piano (IV). Sono stato assegnato proprio alla camera di De Giacinto. Subito i nostri compagni ci mettono al corrente della vita di questa Casa d’Italia. Subito ci conducono in cucina dove ci viene somministrata un’abbondante razione di patate che ci fanno passare la fame. Usciamo con gli altri in cortile e poi un nostro compagno di camera, l’ungherese Benedek, conduce Carraro e me a visitare tutti i locali della casa. Al I piano c’è il bar con la sala di lettura e la biblioteca, il teatro, l’infermeria e vari locali. Veniamo a sapere che si tengono delle conferenze su vari argomenti, ci sono giochi comuni come la tombola e ogni tanto c’ una passeggiata. Siamo molto contenti soprattutto perché qui si mangia di più… Passano in breve le poche ore che ci separano dalla cena. Prima scendiamo nel bar e finalmente il campanello dà il segnale del rancio.
Il viaggio
Mestieri
geologoLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
SvizzeraData di partenza
1944Periodo storico
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