Mestieri
minatoreLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
FranciaData di partenza
1946Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)I ricordi di Attilio accelerano, e dopo 15 anni di sacrifici può raccontare di aver raggiunto l’obiettivo più ambito, quello di una casa di proprietà, il preludio a condizioni di vita sociali più dignitose e a un miglioramento sensibile anche nel campo professionale.
Finalmente arrivava fine luglio, le tante attese ferie. Purtroppo passavano in un baleno. Ora di nuovo bisognava affrontare il distacco dalla famiglia. Il viaggio sempre nei corridoi, questi pure affollati di emigranti che dalla Sicilia a Milano con valigie, fagotti e tanti Bambini riempivano tutti e l’odore di urina e altro ancora riempiva l’aria. Questi miserabili che dal sud andavano in Francia, Belgio, Germania o Inghilterra ed impiegavano giorni prima di giungere a destinazione. Alle 18 partiva da Milano alle 19 a Chiasso. Questo nome era per me un incubo, quando dall’altoparlante scandiva, qui Chiasso, qui Chiasso. Il treno Milano, Basilea, Calais sta per partire preparare le valigie aperte per la dogana Svizzera. Se avessimo aperto le valigie si sarebbero involate le ultime illusioni che ci rimanevano. Il treno si muoveva pian piano e subito ai miei occhi si presentavano le bellezze del lago di Lugano. Dal finestrino per 23 anni vissi sempre la stessa angoscia, un nodo alla gola mi stringeva sempre e gli occhi umidi guardavano quelle meraviglie, il lago che con tante luci donavano a questo paesaggio il segno di quanta fosse bella la vita. Ogni volta mi chiedevo, perché, perché io devo sempre fuggire come un dannato, lasciare patria e famiglia per una prigionia volontaria, sì, ma sempre una prigionia. Non riuscivo a ribellarmi a questo mio destino. Poi la vita riprendeva come sempre. Ora il lavoro non era più così duro come nel passato. Ero passato operaio specializzato e poi protezionista, solamente il salario aveva cambiato di poco, causa che non facevo lo straordinario. Finalmente dopo quindici anni di baracca ò trovalo un piccolo appartamento che ò dovuto ristrutturare e ammobiliare. Qui quel poco risparmio che avevo da parte s’involò. Però la prigionia finì, ero un uomo libero, potevo fare tutto quello che volevo, e soppratutto non temere quando qualcuno mi chiedeva dove abitavo ed inevitabilmente dovevo rispondere (baracca) questa frustrazione era finita. In seguito divenni agente di controllo qualità, questo mi permise di venire più volte in Italia, all’Italsider di Taranto e a quello di Bagnoli. Era un lavoro di responsabilità e mi dava delle soddisfazioni, mi sentivo qualcuno, le persone alle quali avevo a che fare erano gente influente, ingegneri e direttori e sul prodotto si parlava alla pari. Con qualcuno intrecciai rapporti di amicizia e pure con la famiglia e spesso fui invitato ed ora ero in stato di ricambiare, offrendo piatti italiani che tutti adoravano.
Il viaggio
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1946Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Attilio Picinelli
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