Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
CinaData di partenza
10.1936Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Dopo aver navigato nel Mediterraneo la nave su cui è imbarcata la famiglia Bettoni si dirige verso l’India. Dopo aver sostato a Bombay è la volta dello Sri Lanka.
La mattina del quinto giorno, completato il carico di passeggeri e merci, la nave salpò l’ancora facendo rotta verso la città e il porto di Colombo, nell’isola di Ceylon, oggi Sri-Lanka. Da quegli anni la sua importanza è molto aumentata; è sede di università, di industrie e di un fiorente commercio; ma purtroppo una guerra civile è in atto; la maggioranza Tamil rivendica l’indipendenza e la separazione dall’India. Già allora il porto commerciale viveva una grande attività; non fu una lunga sosta, solo il tempo necessario per completare lo scarico e il carico di merci e passeggeri. Questo mi permise di gustare fino in fondo lo spettacolo ed il rituale che ad ogni porto si ripeteva con le grida dei marinai, dai ponti di prua e di poppa della nave, alle quali rispondevano quelle di colore che, faticosamente, operavano da terra, muovendosi fra cumuli di casse e balle di ogni dimensione e forma, spostando, rimuovendo, alzando e accatastando, a braccia, dentro grandi reti fatte di grossi canapi intrecciati, quelle stesse casse e balle che le aperture di enormi magazzini, arroventati dal sole, avevano, poco prima, vomitato sul molo; poi, agganciate ad un grosso cavo d’acciaio, quelle stesse reti venivano sollevate in aria da gigantesche gru cigolanti e calate nel ventre della nave attraverso le bocche spalancate delle stive. Tutto questo fra grida, urla, comandi e imprecazioni, un po’ in italiano, un po’ nella lingua locale, un po’ in inglese…!
I torsi nudi e scuri degli indigeni luccicavano di sudore per il caldo e la fatica; le loro teste, avvolte in turbanti multicolori, si muovevano da ogni parte, dando origine a uno strano gioco nel quale quelle forse colorate sembravano rincorrersi e cercarsi senza mai urtarsi, per allontanarsi poi nuovamente; si attraevano e respingevano come fossero guidate da invisibili giocatori che, senza toccarle, riuscissero, con il loro potere, ad imporre a quegli umani quei moti convulsi. In mezzo a questo bailamme, frotte di bambini nudi chiedevano a gran voce ai passeggeri raccolti sui ponti, in sorridente contemplazione di tutto quel vociare e quella confusione, il lancio di qualche monetina che, il più delle volte, per il preciso proposito di chi le lanciava, finiva in mare.
Si assisteva allora ad un tuffarsi frenetico di quei ragazzini urlanti e scalmanati, che riemergevano poco dopo da quell’acqua scura e poco pulita, mostrando trionfanti a quella gente lassù in alto la moneta luccicante stretta fra le loro brune dita. Dall’altro lato della nave, quello verso il mare aperto, miriadi di piccole imbarcazioni circondavano il suo fianco, cariche di ogni mercanzia: oggetti grandi e piccoli di legno intagliato, vasi di ceramica dipinta, tessuti dagli intensi colori e dai bellissimi disegni, statuette di bronzo e di avorio, ceste e panieri pieni di frutti bellissimi; tutto veniva offerto dai barcaioli con grida e gesti eloquenti per poche monete, attraverso una lotta senza quartiere, ma incruenta, fra i proprietari delle barche, per accaparrarsi una posizione privilegiata, sotto il fianco della nave, che avrebbe consentito loro di vendere più facilmente le loro mercanzie; si vedevano allora i cesti di vimini salire e scendere lungo le murate, prima pieni degli oggetti acquistati, poi con le monete e le banconote, frutto dell’avvenuta contrattazione. Gli scambi andavano avanti fino a quando la calura del mezzogiorno non obbligava i passeggeri ad abbandonare il ponte; anche le barche si allontanavano, allora, dalla nave e dai loro proprietari, montate le tende di stuoia per proteggersi dal sole implacabile, potevano, alla fine godersi il meritato riposo, tirando le somme di quella mattinata di lavoro e del guadagno fatto, pronti a ricominciare nel pomeriggio, non appena il caldo lo avesse loro concesso.
Il viaggio
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