Mestieri
attore, gestore di un cinemaLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
VenezuelaData di partenza
1948Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Appena arrivati a Caracas, i fratelli Papa cercano lavoro nei posti a loro più congeniali.
Appena ebbe termine il nostro periodo, fummo convocati in direzione, dove ci fu consegnata la cedula di identità, il foglio sanitario, e 200 Bolívar a testa, per le prime spese, ci fu domandato dove avevamo intenzione di stabilirci poi che giornalmente erano pronti dei pullman seguiti appreso da camion per il trasporto dei bagagli fino a destinazione; debbo riconoscere che l’organizzazione era perfetta, il governo è Venezuela aiutava gli emigranti di tutto il mondo in forma tangibile ed ordinata. Noi scegliamo Caracas, che come grande città potevo offrirci più possibilità di lavoro, noi poi avevamo intenzione di occuparci in qualche cinema come operatori cinematografici da proiezione, dato che noi eravamo del mestiere. Partimmo la mattina dopo, appena finito di caricare le nostre casse superato il famoso cancello del campo cominciamo a respirare aria di libertà; il pullman si inerpicavano sui dossi le colline per la strada che portava a Caracas ma dopo aver percorso un oretta, il convoglio abbandonò la strada principale per deviare verso le montagne dove arrivammo in un paesino lindo chiamato San Pedro de los altos […].
Approdammo subito al cinema Avila e chiedemmo del dirigente, il quale saputo che noi eravamo abili nel lavoro di cabina ci disse che c’era disponibile un posto di aiuto operatore, e che l’altro avrebbe pensato lui ad occuparlo in un altro cinema. Era fatta, noi pieni di allegria ci mettiamo subito in cerca di un’abitazione qualsiasi per noi tre; al centro era impossibile per gli affitti carissimi che superavano la nostra paga giornaliera di otto con Ivana, e perciò ci indicano un quartiere periferico che si chiama Catya; È un quartiere popolare, finalmente dopo aver domandato in giro, riusciamo a trovare in un palazzo, una sistemazione di una camera, uso di cucina e bagno, in comune con una famigliola Venezolana di un giovane avvocato, il tutto per 100 Bolívar mensili. […]
Il giorno dopo la nostra sistemazione, io mio fratello ci recammo subito al cinema Avila dove c’era stata promessa l’occupazione, erano le ore 14, e già la gente faceva la fila gli ingressi del cinema per occupare i posti e assistere alla proiezione del film secondo il sistema americano, senza intervalli. Fummo subito assunti, io all’Avila e mio fratello fa inviato ad un altro cinema al centro; la cabina di proiezione era dotata di due splendidi macchinari, Century, silenziosissimo e semi automatici, l’operatore era negro, velocissimo nelle manovre, nell’inserzione della pellicola, e con molta pazienza e gentilezza mi spiegò tutte le operazioni da fare, specialmente durante gli intervalli a fine programma con la proiezione dei vetrini pubblicitari; vuole mettermi subito al lavoro, per provare le mie capacità, naturalmente tutto andò bene tenendo conto che quello era il nostro mestiere. In cabina con l’arco acceso faceva un caldo asfissiante ed io che non ero abituato a quelle temperature non facevo che bere coca-cola, in continuazione, e il lavoro cominciava alle ore 13:00 fino alle 24 inoltrate, e francamente per la paga che mi aspettava, otto Bolívar al giorno, consumavo buona parte del compenso. Dopo una settimana, e dopo aver riscosso 56 Bolívar, volli domandare all’operatore capo se in seguito avessi potuto sperare in un aumento, ma lui mi disse subito che avrei dovuto aspettare almeno due anni;… Povero me… Sarei venuto in America per vivacchiare come un peone, e guadagnare 8 miserabili Bolívar al giorno, quando le mie aspirazioni andavano molto in alto, a costo di crepare.
Il viaggio
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