Mestieri
braccianteLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
BrasileData di partenza
1896Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Le drammatiche condizioni in cui emigravano gli italiani a fine ‘800, nel racconto di uno di loro, Luigi Cappellini.
Rio de janeiro ( capitale del brasile)
29 -10 -1897
alle 8 siamo passati senza fermarci dalla meravigliosa baia di rio de janeiro. Essa e’ circondata da alte montagne. Comprendiamo che siamo a un altro mondo. Avremmo desiderato fermarci un poco per ammirare la bellezza e la natura dell’incantevole paesaggio. Un signore mi dice che quello di rio e’ uno dei posti piu’ belli del mondo.
30 -10 – 1887 il manilla e’ tutto pavesato a festa coi segnali della sirena e’ entrato trionfante in Porto. Vediamo il comandante e i marinai tutti contentissimi come corridori che arrivano primi al traguardo. Sono le 14. Tutti i passeggeri stamattina hanno fatto toeletta. Hanno cambiato i propri abiti e quelli sporchi la maggior parte li hanno gettati a mare. Poco lontano ci attende il magnifico panorama di santos e il grande s.sebastian. Due grandi barconi si accostano al manilla con dei soldati neri e bianchi e fra la piu’ perfetta regolarita’ i passeggeri cominciano a scendere cioe’ a sbarcare. La vaporiera trascina i due barconi al porto e poi torna. Io e la mia famiglia siamo sbarcati col secondo turno. Mentre ci avviciniamo al porto per scendere a terra rivolgiamo uno sguardo di riconoscenza al manilla che ormai scarico di persone si ergeva maestoso fra gli altri.
Scendiamo dai barconi a fianco di una nave, attraversiamo parecchi bastimenti fermi, affiancati, prendiamo terra sospirando, finalmente ! Fra 2 cordoni di agenti andiamo fino alla stazione ferroviaria. Siccome qualcuno si sofferma a guardare gli splendidi palazzi ed i meravigliosi giardini, gli agenti ripetono il ritornello “presto,presto che il treno parte”. Ci diamo premura e via con i bambini in braccio. alla stazione centrale ci fanno salire sui carri bestiame…un manovale s’avvicina ad ogni carro, inchioda un cancelletto di legno allo sportello di modo che siamo posti in gabbia come le bestie. Dopo due ore di fastidiosa sosta in stazione ( sono le 19 ) alcuni incaricati passano da ogni carro e attraverso il cancelletto ci danno una razione di pane a testa e un po’ d’acqua. I piu’ sfacciati, i piu’ vicini ne ebbero due mentre qualcuno in fondo non ebbe nulla. Si ode un fischio e il vapore si mette in moto. Comincia a farsi notte e nella nostra triste prigione, come bestie da mercato, cerchiamo di distrarci ammirando i lumini che si vedono ovunque sui colli o a raccontare qualche barzelletta. Qualcuno piange perche’ ha i dolori di pancia e vorrebbe soddisfare un bisogno corporale, come fare? E’ costretto a porsi in un angolo, farla e poi gettare dal finestrino. La stanchezza , i continui sbalzi, l’oscurita’ della notte ci inducono a sederci alla meglio e a sonnecchiare col capo uno sulla spalla dell’altro imperocche’ tutti e trenta non ci siamo nemmeno malamente coricati. Ad ogni stazione vediamo delle persone che ci offrono acqua, sigari o delle bibite, quest’ultime pero’ a pagamento.
Il viaggio
Mestieri
braccianteLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
BrasileData di partenza
1896Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Gli altri racconti di Luigi Capellini
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31 - 10 -1897 sentiamo a cantare e dal finestrino , vediamo i filari di lumi...
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