Mestieri
barbiereLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
AlbaniaData di partenza
1940Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)La guerra, ma soprattutto il freddo e l’equipaggiamento inadeguato, minano profondamente la salute di Carlo Cipriani, vittima di congelamento sul fronte greco-albanese dove combatte nel 1940.
22 dicembre
Nevica, quasi di continuo, giorno e notte. Il freddo si fa sempre più intenso e i geloni si fanno sempre più gonfi e dolorosi. Tanto è il dolore che certe volte avrei proprio voglia di piangere come un bambino. Il gonfiore ai piedi aumenta di giorno in giorno e le scarpe, invece, si restringono e si induriscono sempre di più per causa dell’umidità e del freddo, per cui i miei piedi sono strizzati da una morza che si fa sempre più stretta. I casi di congelamento sono sempre più frequenti, però se non si tratta di casi di estrema gravità non c’è alcuna possibilità di essere ricoverati in ospedale.
27 Dicembre I mortai e l’artiglieria battono sempre i nostri avamposti con una precisione sbalorditiva e la loro pressione si fa ancora più aggressiva e filtrante provocando nelle nostre file sensibili perdite. Pure il congelamento, ogni giorno, vuole le sue vittime tant’è vero che l’infermeria da campo è sempre molto affollata di congelati agli arti inferiori e superiori. Ho chiesto di nuovo la visita medica perché alcuni geloni si sono aperti e sgorgano del sangue scuro e putrido dandomi delle fitte così dolorose da non si dire. L’ufficiale medico mi ha fasciato le ferite con i brandelli di una vecchia camicia e mi ha detto di insistere con i massaggi di neve. Speriamo bene ma la cosa si fa seria!
30 Dicembre Finalmente quando ormai siamo tutti più o meno congelati ci hanno consegnato a ciascuno un passamontagna di lana una camicia di flanella e un paio di calzini di lana, albanesi. Di scarpe, che in effetti sarebbe stata la cosa più necessaria poichè quelle che abbiamo sono assolutamente inservibili, non ne abbiam viste neppure un paio. Si capisce è meglio lasciarle a riposare nei depositi che darle a chi non può farne a meno!
3 Gennaio
Ancora una volta ho insistito nel chiedere la visita medica. E, finalmente, il dottore, ha capito che le condizioni dei miei piedi sono alquanto preoccupanti. Si è reso conto della gravità del caso e dell’estrema difficoltà di poter calzare le scarpe. Pentanto non potendomi ricoverare per le ben note disposizioni dei comandi superiori, ha deciso di darmi cinque giorni di riposo e poi decidere il da farsi. Per questo mi trovo in une specie di grotta almeno un po’ riparato dalle intemperie, nulla quale si erge un grossissimo messo che, se non altro, ha il merito di frenare poderose e gelide raffiche di tramontana, all’imboccatura esterna, a mo’ di porta, ho sistemato alla meglio un telo da tenda e nell’interno giacchè non vi è caduta neve ho disteso per terra le coperta da campo sulla quale mi trovo disteso con i piedi avvolti a una vecchia camicie di flanella. In questa tana dove solo una bestia immonda e affamata vi si potrebbe rifugiare dovrò trascorrervi questi pochi giorni di riposo con le speranza che possa giovare alla mia salute che purtroppo è ridotta in uno stato precario.
Il viaggio
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