Compagni di viaggio

Il bastimento ormai è già invaso da una folla turbolenta errabonda irrequieta, una di quelle folle alla vigilia di un rustico avvenimento, e sul procinto di procedere ad una grande impresa!

Attorno al vapore, e giù in mare, innumerevoli barchette montate da rivenditori sono cariche di arance limoni sedie grandi e piccole ed i passeggeri si lasciano spillare ancora quelche lira non compresa, non preveduta nel bilancio di partenza.

E quasi tutti acquistano rassegnati, contrattano litigano ridono schiamazzando coi rivenditori cani ed imbroglioni che tentano tutti e sembra che siano venuti appositamente per dirci: questo è l’ultimo saluto alla Patria. Cosa vuoi, anch’io finisco di comperare una piccola sediola che dopo due ore si scolla, si schioda, facendomi ruzzolare sul pavimento fra le risalte di tutti in attesa che qualche altri aumenti il numero. […]

Bisogna unirsi 6 per 6 per andare a prendere 2 zuppiere 6 piatti 6 bicchieri 1 Damigiana 6 cucchiai e poi subito per turno bisogna andare a prendere il rancio.

Bene dissi in cuor mio! Avevo abbastanza fame! Siamo in 5 vuol stare con noi? Mi dice con aria allegra un giovanotto barbuto. Si, rispondo! E la famiglia è subito composta.

Sono tutti Marchigiani, il barbuto è un ex carabiniere appena congedato, io mi dichiaro sergente fresco, freco, ci stringiamo la mano si chiacchiera un po’, lui mi chiama Sergente, io lo chiamo Barba, e per tutta la traversata così fummo appellati entrambi. […]

Fu alzata la scala, slegato le gomene, levata l’ancora con un fracasso marino ed il bastimento non più frenato incominciò a muoversi dolcemente, causa la forza delle onde.

Un celere vaporetto s’avvicina, si aggancia al colosso e poi incomincia a tirare sforzandosi, lacerandosi, da farmi fino pena, ma poi sento che il Lombardia viene smosso e adagio, adagio, veniva trasportato fuori dal minuscolo vaporetto. […] Il Lombardia lentamente s’avanzava verso il mare ed i gridi d’addio e lo sventolare dei fazzoletti non era ancora terminato che si ode un lacerante fischio di sirena, era il segnale di congedo e di ringraziamento che il Lombardia oramai in condizioni da fare da solo dirigeva il minuscolo fratellino che l’aveva accompagnato al cimento.