Mestieri
architettoLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
NicaraguaData di partenza
2002Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)La presenza di Luciana in Nicaragua porta risultati: i progetti di costruzione vanno avanti e lei racconta tutto sul suo diario.
Il quarto progetto è anche lui terminato, si tratta della Casa di Ritiro per un centinaio di persone, ecclesiastici o laici, a Cuapa, un’ora da qui, su un altopiano desolato e isolato dal mondo che domina lo sterminato campo che si stende aspro ai sui piedi in una successione di dolci colline e deserte radure. L’uomo sembra non essere ancora arrivato lassù. Il Vescovo, uomo di gran valore, molto colto e che s’intende incredibilmente di tutto, svolge la sua attività in America Latina e Centrale da piu’ di 35 anni e può fare affidamento su generosi contributi che gli vengono dalla sua Diocesi in Germania e dall’Olanda dove conosce molta gente, ma quanta forza economica potrà avere? In Nicaragua non c’è ancora la crisi delle Vocazioni e molti sono i Sacerdoti e le Suore giovani ma, come da noi forse un secolo fa, più come esigenza per sfuggire alla miseria e all’ignoranza che probabilmente per vera convinzione mistica, anche se la fede, come dimostrato dalla celebrazione delle recenti festività pasquali, è molto sentita e praticata. Ma gli unici veramente attivi, che realizzano progetti importanti, sono i Missionari che vengono dall’Europa e dagli Stati Uniti e che gestiscono onestamente i tanti o pochi fondi a loro disposizione, a differenza dei politici, di qualsiasi colore, che fino ad ora hanno solo mangiato avidamente gli aiuti internazionali per arricchirsi e non per ricostruire questo dolente paese. La mancanza di industrie, se si escludono la Cerveza che produce birra e l’Esquimo ottimo gelato nica, fa lievitare i prezzi dei materiali tutti di importazione.
Quindi mia grande riflessione e preoccupazione in questi giorni, allo scadere dei tre mesi che sono qui, è di veder realizzato poco, di quel veramente tanto che sto progettando e che mi si chiede ancora di progettare. La difficoltà di reperire fondi, l’inadeguatezza degli ingegneri strutturisti, pochi e solo in Managua, che si fanno pagare fior di quattrini i calcoli impostati su progetti antisismici sempre come se fossero per la “zona rossa” anche se ad un solo livello (non c’è problema di spazio e puoi costruire quanto e dove vuoi), usando il “coefficiente di ignoranza” come moltiplicatore di ferro e cemento con il conseguente eccessivo aumento del costo di costruzione, l’ingenua incoscienza dell’attivissimo Vescovo che, fiducioso nella sua pur vivace indiscutibile intelligenza, pioneristicamente, vorrebbe che facessimo tutto io e lui, compreso il progetto delle strutture, per risparmiare … mi danno da pensare. Quanto dei miei disegni rimarrà solo carta o dischetto da plottare?
Nel frattempo, dalle sei di mattina alle undici di sera, il lavoro, con tre brevi pause per i pasti, si macina lento e caldo qui in cantiere e davanti al computer disegnando e facendo preventivi. La giornata non si esaurisce in un batter d’occhio come nella frenetica città europea, dove si consuma in gran parte chiusi nella nostra “scatoletta in immersione da traffico” al fine di raggiungere, per pur necessari ma brevi incontri, cantieri, fornitori, artigiani, clienti. Qui gli spostamenti per i sopralluoghi necessitano dell’intera giornata, a spasso lungo la strada che attraversa l’aperto polveroso non vario paesaggio, ma ricco di un suo particolare singolare fascino, durante il giorno sotto un cielo sempre tormentato da grandi nuvole variamente colorate a secondo se prevalga la cattiveria o la vergogna e che transitano veloci inseguite dalla voce sempre potente del petulante minaccioso vento. La sera o la domenica, se non lavoro, in mancanza di cinema, teatri, cene e altri incontri mondani, il mio passatempo è scrivere, fissare per me e per chi avrà la pazienza di leggermi le immagini e le sensazioni di questa mia esperienza nica, che sicuramente rimarrà indelebile bagaglio nella mia memoria. Così mi sembra di viverla due volte.
Il viaggio
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