Mestieri
impiegatoLivello di scolarizzazione
diploma scuola media superiorePaesi di emigrazione
IndiaData di partenza
1983Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Il viaggio in Oriente di Giovanni Terreri sta per terminare, è giunta l'ora di tirare le somme dell'esperienza vissuta.
Bombay, Sahar airport, 18 ottobre 1983 Ieri pomeriggio, per non sapere cosa fare, ho fatto un salto al Consolato, dove ero già stato giovedì. Li, mi sono intrattenuto a parlare con un ligure-piemontese, non so chi sia, molto brillante e amichevole. Abbiamo convenuto che dal punto di vista dei rapporti umani, come da quello culturale (e spirituale), non è che l’India faccia impazzire, anzi. In effetti, gli ho detto, l’uomo indiano non è niente di speciale. Lui, che ha girato parecchio, ha detto che ci sono posti più belli in Oriente, e dove la gente è anche molto meglio, tipo Thailandia (nord) e Indonesia. Se lo dice lui sarà vero, io non mi aspetto niente da nessuno. Ha detto anche una cosa cui avevo pensato anch’io: forse una volta qui c’era una grande civiltà, portatrice di grandi valori spirituali. In effetti io penso che gli indiani attuali siano solo i discendenti assai degenerati di popoli che forse, un tempo lontano erano superiori, per così. dire. Qui, come in Messico, vedo solo gente abbastanza comune, spesso sgradevole, rovinata dall’industrializzazione e dal colonialismo, inteso come imposizione di un modello socio-politico estraneo digerito a forza. Io penso che qui come altrove, il popolo stia rapidamente perdendo, o abbia già perso, quella che una volta ma la sua identità (direi) spirituale. Non credo che l’India possa vantare alcuna supremazia sulle “vie” altrui, anzi, io personalmente mi sento più attratto verso le altre che verso la sua. Corruzione, abbandono, disinteresse delle autorità, ecc. ecc. La famosa free-life, tolleranza dell’India consiste unicamente nel fatto che ognuno è libero di tirare avanti come gli riesce, o anche di sdraiarsi e di schiantare dove vuole. Diceva bene quello del Consolato: l’India moderna è quella di Bombay, non ci confondiamo tanto! Sono riuscito ad avere qualche dollaro al cambio dell’aeroporto, ma siccome nessun bastardo di impiegato di banca indiano mi ha dato il documento di cambio, mi sono ritrovato in tasca un centinaio di rupie. Pensando al rientro a “casa”, mi viene in mente che devo prendere le distanze da tutti, altrimenti, considerando il fesso che sono la “gente” mi farà schiantare. Buoni rapporti sì, ma ognuno al posto su
Il viaggio
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1983Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Gli altri racconti di Giovanni Terreri
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