Paesi di emigrazione
GreciaData di partenza
1940Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Finita la guerra con la Grecia, Uberto Rizzo inizia a girare con la sua batteria per il territorio ellenico, dalle isole alla parte continentale.
Dopo la campagna sul fronte greco si sosta alcuni giorni sulla costa in vicinanza di Porto Edda. Il mio gruppo è destinato a presidiare l’isola di Corfù. Infatti, ai primi del mese, ci imbarchiamo su di una motozzattera e trasbordiamo nell’isola. Sembra un sogno, una cosa irreale, tanta bellezza e tanto benessere dopo i tormentati me si di guerra invernali sulle montagne albanesi. Il clima e la natura sono un incanto. L’isola ci offre frutta e verdura abbondanti ed enormi quantitativi di saporite fragole. Il cambio della moneta è per noi favorevolissimo ed acquistiamo tutto ciò che i nostri desideri, per tanto tempo repressi, ci suggeriscono. Corfù è un’isola meritatamente degna della sua fama di bellezza. Scogliere multicolori, insenature stupende, isolette, paesetti variopinti, si susseguono. E’ un incanto per gli occhi di chi sa amare ed apprezzare le bellezze naturali. Anche la città è graziosa con il suo nitido stile veneto, con i suoi palazzi, con la fortezza veneziana che domina il porto. Si respira quasi aria di casa nostra. Ci accampiamo nel villaggio di Episcopiana in un profumato bosco di ulivi e di agrumi. I nostri corpi e i nostri spiriti si riposano in tanta pace, in tanta serenità. So che dovrò rimanervi poco perché passato in S.P.E. col grado di Sottotenente, sono trasferito al 90 Brennero che ancora si trova in Albania, a Delvina. Giunge il giorno della separazione dalla mia vecchia e cara batteria.
Dicembre 1941
I mesi di settembre, ottobre e novembre sono rapidamente passati. Siamo accampati alla periferia di Atene in località Kollargòs. Normale vita di guarnigione. Nessuna novità particolare. Le solite cose del tempo di pace. Solo la vita dei greci comincia a farsi dura per la inflazione in cui il paese è precipitato, e per la deficienza di viveri. Appaiono i primi segni di quello che per i greci sarà un inverno terribile. Ho trascorso tutto il mese di settembre con la mia batteria, di guardia agli impianti idrici del lago artificiale di Maratona. E’ stato un mese bellissimo in piena libertà, nell’incanto della natura, soddisfacendo ogni possibile desiderio. Nulla ci mancava, nè vitto abbondante, nè comodità, nè simpatiche e divertenti compagnie. In ottobre sono stato con licenza a casa dopo un lungo e snervante viaggio attraverso tutta la Balcania. Al mio ritorno trovo un nuovo comandante di reggimento . Col. Aldo Monelli, ed un nuovo comandante di gruppo, ten. Col. De M. Il primo è una bravissima persona, un gentiluomo; il secondo è una vera peste, uno dei peggior superiori che io abbia mai incontrato, cattivo, presuntuoso ed ignorante. Si va spesso ad Atene che, in effetti, é una bella, moderna città. Al visitatore che giunge dalla strada di Eleusi essa si mostra in tutta la sua grande estensione, tutta bianca: dalle prime case della periferia sino al mare, raccolta, quasi racchiusa in grembo alle sassose e brulle colline che la rinserran. E’ una strana città che sa di oriente e di occidente, di americanismi e di vecchia Europa. Strade larghe spaziose e moderne e viuzze sudice, contorte, senza selciato che quando piove si trasformano in torrenti. Belliasimi moderni locali e sgangherate capanne, il tutto frammisto, sino ai piedi dell’acropoli che, con i suoi solenni resti marmorei, è il centro della città. La vita vi pulsa con vivacità ed il traffico vi è intenso.. Ovunque venditori ambulanti, torme di monelli che vendono di tutto, dalle sigarette alle pietrine, dalle cartoline pornografiche alle macchine fotografiche con l’obiettivo di vetro. Ti assalgono senza tregua, ti assillano, vogliono assolutamente venderti qualche cosa. File enormi di karozaki , rozzi carrettini di legno con ruote di ferro che fanno uno strepito infernale. Sono usati come mezzi di trasporto di mercanzie in mancanza di autocarri e quadrupedi. Uomini, donne e ragazzi li spingono a tutta velocità, sempre pronti e servizievoli agli ordini dei clienti come fossero autisti di autopubbliche. E’ una città veramente interessante, cosmopolita. Le sue strade popolari risuonano di tutte le lingue. Tutte le razze qui sono rappresentate: arabi e cinesi, turchi e norvegesi, italiani e albanesi e chi ne ha più ne metta! Ovunque però comincia a far capolino il volto di una incipiente miseria che neppure l’aria festosa che qui regna perenne riesce a nascondere.
Il viaggio
Paesi di emigrazione
GreciaData di partenza
1940Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Uberto Rizzo
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