Mestieri
tessitore, imprenditoreLivello di scolarizzazione
diploma di avviamento professionalePaesi di emigrazione
ArgentinaData di partenza
1950Data di ritorno
1985Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Le prime impressioni dell’Argentina sono complessivamente positive. A una generale decadenza del paesaggio urbano, Damiani contrappone l’evidente abbondanza di cibo.
Facile è fare amicizie particolarmente tra giovani. Ci si trova affiatati in cinque che siamo sempre assieme, uno di questi sappiamo imbarcato clandestinamente che vuole raggiungere Rio in Brasile atteso dai famigliari. È un affaccendarsi “nascostamente” per dare lui il necessario sostentamento e prestare ogni tanto il posto per riposare qualche ora di giorno o di notte, evitando essere scoperto. Giunti a Rio troviamo il modo di accompagnarlo a terra, trova i parenti, ci si saluta, facciamo il nostro giro in città e di nuovo a bordo. Un tal Zaninotto Aldo è quello che rinuncia scendere affinché lo possa fare il clandestino. Zaninotto poi una volta in Argentina ha la sua residenza nella città de La Plata, Los Hornos, trova difficoltà per il lavoro mi scrive e lo invito a venire a La Emilia dove lo faccio assumere come operaio nel mio reparto. Porta la sua famiglia, riesce a costruirsi la casa. Nel 1968 decide rientrare in Italia, la moglie malaticcia e ogni tanto ci si scambiano notizie. È una parentesi del viaggio che ha fine il 31 di dicembre del 1950 approdando a Buenos Aires verso le dieci del mattino.
Nell’attesa tanto lunga per le operazioni di sbarco i passeggeri emigranti dai pontili cerchiamo tra la folla a terra (migliaia di persone) i propri parenti, i famigliari, i tanti che ci precedettero nell’avventura dell’oltre oceano, nella terra promessa, prima o dopo la guerra.
Dall’alto vedo Italo, Giacomo, Ines e Agnese e… finalmente a terra. Una confusione enorme, abbracci, lacrime, canti, evviva, con l’effusione dell’incontro, dell’entusiasmo per aver raggiunto per aver ritrovato i famigliari da anni lontani, per festeggiare l’anno che stà per finire, al calore soffocante dell’estate. E sì, perché le stagioni all’estremo sud sono all’inversa, e una cosa è il saperlo per sentito dire, ben diverso il comprovarlo.
Si pranza in una “churrasqueria” (ristorante con carne alla griglia, nelle vicinanze del porto conoscendo “l’asado” in esorbitante abbondanza. Seppi poi che la carne è a buon mercato e per ogni commensale se ne dispone di circa 800 grammi, aggiungendovi inoltre salamelle, sanguinacci e interiora di animali da latte. E si nota la generosità…. dalla fame europea, all’abbondanza argentina. […]
La prima sensazione che ebbi di Buenos Aires, città già allora di circa 4 milioni di abitanti, popolata estesamente, di vita particolarmente notturna, scarso movimento di veicoli particolari ma intenso il servizio dei pullman “collettivo”, illuminazione stradale quasi cimiteriale, già che l’energia era molto scarsa, debole, insufficiente. È la sensazione di una città che se non distrutta per cause di guerra e in fermento tenta di risorgere da chissà quale calamità naturale… che non ha sofferto. Erano gli anni nei quali dalle provincie accorrevano a migliaia famiglie complete alla ricerca di un benessere che certamente l’isolamento della vasta campagna li stimolava nel credere che la città avrebbe potuto soddisfare come un sogno tutti i loro desideri.
Il viaggio
Mestieri
tessitore, imprenditoreLivello di scolarizzazione
diploma di avviamento professionalePaesi di emigrazione
ArgentinaData di partenza
1950Data di ritorno
1985Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Eugenio Damiani
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