Mestieri
dirigenteLivello di scolarizzazione
Diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
GermaniaData di partenza
1975Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Finalmente, alla fine di un lungo soggiorno nelle campagne e in città minori, la delegazione di funzionari comunisti in vacanza nella Ddr di cui fa parte anche Ambrogio Vaghi, giunge a Berlino Est.
Arriviamo all’ora di cena (18.30) Breve sistemazione nelle camere e mangiare subito. La giornata è pesante. Fresco fuori e caldissimi i locali all’interno per l’improvviso cambiamento di temperatura. Con faccia tosta mi procuro subito una piantina e fuori a piedi io e Pietro a vedere la città.
Raggiungiamo l’Alexander Plaz, ma incomincia a piovviginare. Vediamo negozi ed il ritorno sarebbe cosa da bambini ritrovare la strada se non ci fosse la pioggia. Prendiamo invece un taxi ed è l’avventura. Sarà perché il taxista ci pare ubriaco, sarà perché noi diamo il nome del nostro albergo e non la via (che non sappiamo) e ci tocca girare un po’ (tanto) prima di tornare a casa.
20 luglio: colazione alle 8 e poi via in pulman per Potsdam. Sarebbero pochi km se di potesse attraversare Berlino Occ. ma diventano 35 perché si deve aggirarla. Visitiamo il Castello di Cecilienhof dove avvenne ai primi d’agosto del 1945 il famoso incontro dei 3 grandi.
Poi colazione all’albergo del luogo (salone panoramico). Quì i compagni sono bravi: niente lunghi discorsi e menù non elaborato e appetito da noi. Nel pomeriggio visita al Castello di Sansosi (recte: Sanssouci) (senza pensieri) la Versailles della famiglia regnante prussiana. E’ un gioiello ed avanzati sono i lavori di restauro. Attorno al castello, nel parco immenso tutta una serie di altri edifici importanti (orangeri, biblioteche ecc. ora sedi dell’università di pedagogia. Il tempo è inclemente piove e piovviggina ed io scatto un po’ delle mie diapositive pensando alla bellezza se ci fosse stato il sole). A sera andiamo a ballare tutti al 37 piano (recte : 47° piano) dell’Hotel Stad Berlin 21 luglio: ormai senza Margret le cose funzionano in qualche modo. Walter si da da fare ma non sa mai nulla. Non sa dirci quando partiremo.
Levataccie: colazione alle 7.45 poi (a tavola) Karin ci illustra la storia di Berlino e quindi tutti in pulman per la visita alla città L’accompagnatrice è molto brava: sa molto. Qui non si riesce a capire se dove c’è il nuovo ed è tanto c’erano prati o parte di una città distrutta. L’Unter den Linden e l’isola dei musei sono ricostruite o in ricostruzione. Grossi edifici monumentali e chiese sono ancora come la guerra li ha lasciati e attendono di essere restaurati (prima c’erano le case da fare). Alcuni edifici sono stati ricostruiti con la facciata originale e gli interni moderni e funzionali. Il muro (o meglio la divisione) è un non senso: credo che quando lo decisero erano tutti ubriachi e dovevano pur concludere qualche cosa. Visitiamo nel parco il grande complesso monumentale ai Caduti Sovietici. 20.000 hanno perso la vita a Berlino. 5,000 sono qui sepolti. Il complesso è grandioso: un’opera del realismo sovietico, cioè bruttotta. Ma significativa nella sostanza. Piove. Al pomeriggio niente riposo: ci aspetta un battello sulla Sprea. E’ tutto per noi e dalle 14.15 fino alle 17.30 navigheremo tra il dedalo di canali laghi laghetti del sistema fluviale della Sprea. Un sistema meraviglioso. Prima passiamo in mezzo a zone industriali immense poi man mano ci inoltriamo in placide acque con ville e villini graziosissime alle due sponde. Un lago è poco più piccolo di quello di Varese. I cigni sono a centinaia, le anatre e gli anatroccoli a migliaia. Nessuno li tocca anzi tutti li nutrono affettuosamente. Si discute parecchio sulla proprietà di tutti questi villini e su chi ha certi privilegi. Le imbarcazioni ormeggiate sono migliaia. Passano in una zona anche grosse tank che provengono dal mare del Nord e vanno a Berlino Occidentale.
E’ cessato di piovere e c’è una leggera schiarita ma io non ho la macchina fotografica.
A sera ci dicono che noi di Milano partiremo giovedì. Che confusione. Telefonerò ad Elsa, da qui è più facile, anzi mi accorgo che è semplicissimo (basta capire, questo è il problema) Il tempo sta diventando bello. Resisterà? Usciamo a rivedere un po’ di negozi Finalmente non piove e si può passeggiare e confrontare cose e prezzi con calma.
Elsa al telefono mi dice che l’aereo è venerdì. Che delusione, dover attendere ancora un giorno. Dopo la telefonata mi procuro un orario aereo di qui ed ho la conferma che il volo è al venerdì. Dunque oggi ci hanno detto una balla. E’ il nostro omino che capisce poco o la grande macchina tedesca che comincia ad incepparsi. Qui l’albergo è pieno come un uovo di ospiti di ogni razza e altre centinaia di ospiti sono in giro per la DDR ma tutto fa capo a questa casa -albergo
22 luglio – stamane è in programma la visita alla porta di Brandeburgo e quindi al muro. Solo le delegazioni ufficiali hanno il privilegio di giungere alla porta e di guardare la Unter den Linden che prosegue oltre il confine. Dall’altra parte una piccola folla di visitatori guarda verso di noi. Pare di essere fuori dal mondo. Veramente… fuori dal mondo le cose vanno meglio: in cielo sovietici e americani si scambiano i posti nella capsula. Sentiamo una illustrazione (organizzatissima) del lavoro della guardia di frontiera contro le provocazioni e le infiltrazioni e poi sono incaricato di scrivere una dichiarazione sul libro degli ospiti. Me l’ero già preparata pronta, soppesata col bilancino e già discussa a colazione coi compagni. Cerchiamo di guardare avanti e non indietro.
Il viaggio
Mestieri
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Diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
GermaniaData di partenza
1975Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Ambrogio Vaghi
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