Mestieri
insegnantiLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
Francia, Stati Uniti d'AmericaData di partenza
1938Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Carla Coen lascia l’Italia alla volta di Nizza, in compagnia delle tre piccole figlie. Ad attenderle c’è il marito, Alex. Sono ebrei e sono in fuga dall’Italia fascista e razzista.
Alex decise che doveva stabilirsi a Parigi; era la fine dell’autunno. Sembrava folle affrontare un costoso e freddo inverno a Parigi con tre bambine piccole, ma sembrava ugualmente folle perdere tempo a Firenze. Il capriccio di un nuovo regolamento poteva, in qualunque momento, separarci per sempre. Così si decise che le bambine e io avremmo passato il confine, ma trascorso l’inverno a Nizza. Il viaggio (così breve, ma carico nella mia mente di mille pericoli) si svolse agevolmente. Alla prima fermata dopo il confine francese, io premetti il viso contro il finestrino, cercando di sbirciare dallo scompartimento illuminato nel buio della piattaforma della stazione. Vidi Alex e lo salutai con la mano. Egli non rispose al saluto, né salì subito sul treno. Rimase immobile, accostando la sua mano destra prima alle labbra, poi alla fronte. Sapevo che doveva mormorare in ebraico i suoi ringraziamenti a Dio.
Il periodo che le bambine e io trascorremmo a Nizza rimane nella mia memoria come del tutto desolato. Mi sento colpevole nell’ammetterlo, perché dopo tutto noi eravamo salve, in buona salute, e sistemate confortevolmente in una pensione di famiglia. Ma, appena Alex fu ritornato a Parigi e io mi ritrovai sola, lasciati irreparabilmente dietro di me gli amici e la patria, la comprensione di quanto era accaduto mi colpì con improvvisa violenza. Potevo riuscire in qualche modo a vivere di giorno, quando il brillante sole della Riviera sembrava smentire sia l’inverno, sia la tristezza, ma non potevo sopportare le notti, che scendevano all’improvviso e mi riempivano d’angoscia. Le faccende che punteggiavano la fine del giorno (fare il bagno alla bambina più piccola, allattarla, vestire le altre per la cena), invece di aiutarmi a gioire delle cose belle che erano ancora mie, rendevano soltanto più acuta la smania per la mia casa perduta. “Che cosa c’è, mamma?” chiedeva Simona, più curiosa che spaventata, esplorando con le sue dita le mie guance umide, e la sua innocenza mi faceva venire nuove lacrime agli occhi. Devo aver comunicato la mia pena ad Alex nelle lettere che gli scrivevo, perché, quando venne a trovarci per l’ultimo dell’anno, mi disse che aveva preso in affitto un piccolo appartamento ammobiliato a Parigi e che saremmo stati di nuovo tutti insieme.
Il viaggio
Mestieri
insegnantiLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
Francia, Stati Uniti d'AmericaData di partenza
1938Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Carla Coen
Il manifesto della razza
Volgendomi indietro, non posso capire come, nell'autunno del 1937, io potessi avere tanta fede nella vita...
La decisione di partire
Le prime leggi razziali fecero la loro apparizione all'inizio del settembre 1938. A tutti gli Ebrei...
In esilio a Parigi
Così, proprio all'inizio del gennaio 1939, lasciammo dietro di noi Nizza, la prima tappa di quello...
L’ultima automobile a Parigi
Cominciammo anche a cercare un'automobile di seconda mano che ci permettesse di partire da un momento...
La parola “nemico”
Non ricordo più che cosa ci spinse a scegliere Tours come nostra meta, oltre al fatto...
Documenti per la fuga
Poco dopo il 14 luglio cominciò a piovere. Pioveva così persistentemente che sembrava impossibile che il...
Sentirsi in esilio
Entrando in Spagna quel pomeriggio, mi ritrovai a pensare assurdamente al professor Rosi, il mio insegnante...
L’ultima tappa
Dovevamo rimanere a Lisbona quattro mesi, un periodo di tempo abbastanza lungo da permetterci una pausa,...
A New York
Partimmo da Lisbona il pomeriggio del 28 e la traversata durò dodici giorni. Non ricordo niente...