Mestieri
docente universitarioLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
PerùData di partenza
1978Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)La spedizione scientifica alla quale partecipa Saccomani nel 1978 in Perù è coronata da due record mondiali che l’ingegnere contribuisce a realizzare, uno in prima persona e uno con altri subacquei.
Il mercoledì 12 il tempo è brutto e fa freddo; attendiamo nel lagher 28 che ci chiamino se hanno bisogno di noi e intanto facciamo: casino, mestieretti, discussioni violente, scala 40 ecc. Arrivano Bosco, Zavatto e l’Americo e avvisano che è arrivata l’energia elettrica. Mi metto rapidamente la muta, prendo tutta l’attrezzatura e con i due rianimatori e partiamo con una camionetta: questa camionetta si rompe davanti all’Istituto; lì c’è Majol che aveva un appuntamento con Data (che non si fa vedere e non avvisa) e quindi è incazzato al cubo; gentilmente ci fa accompagnare dal prof. Massuda a Uacrakocha e noi tre stiamo lì come mone perchè: – l’energia non è arrivata – non arriva nessuno – siamo senza camionetta per il ritorno -nevica e siamo senza mangiare; Bosco dice cose irripetibili. Alle 15,30 arriva Galfetti con tutti i sub e ci porta da mangiare: niente immersione perchè tanto il prof. non si è fatto vedere. Allora andiamo con i cineasti italiani e giapponesi e con Majol a Passo Tiklio (altitudine 4.843 m.s.l.m.) dove c’è la “ferrovia mas alta do mundo” ed un lago: gran foto e film e poi io m’immergo nel lago a – 6 m con ARO. Sono il primo ad immergermi con autorespiratore a quell’altezza: prego Galfetti (commissario CMAS) di registrare nel mio carnet questa immersione.
Rientriamo al lagher 28 e finalmente mi levo la muta; intanto casino, Gasco non è più tanto spiritoso, Modugno è incazzatissimo, baruffe varie, siamo tutti un po’ nervosi, l’ambiente si va deteriorando. Il giovedì 13, tempo variabile, il prof. è ammalato, ma andiamo lo stesso tutti alla zattera: Zavatto dirige la parte medica con Bosco e Pitrollo; io faccio assistenza agli apneisti finchè si esaurisce la bombola dell’ARO (il bombolone di ricarica ha solo 70 – 80 atm e quindi abbiamo poca autonomia); faccio qualche foto con la calipso, chissà cosa avrò fatto; intanto fa assistenza Merli e poi Gasco con Coia (tutti con l’ARO); gli apneisti sono Lele, Giglio e Rizzo ( si è deciso che facciamo solo tappe a – 5 m e – 10 m; il Galfetti ha un gran d’affare a tirar su la zavorra mobile ad ogni immersione); esperimenti positivi con palloncino (tutti tre), prelievi di sangue (Rizzo e Giglioli – Rizzo non va molto bene) e poligrafo con Covi. Si rientra presto, facciamo tempo a mangiare a Tucto, e poi faccio qualche foto in paese a Morokocha. A Sera arriva il generatore, Bona si tira su dal letto, il prof. parte per Lima.
Tempo favolosamente splendido (tutto ultravioletto) il venerdì 14: soliti ritardi, il generatore funziona. Corro a mettere in funzione il sellasub con l’aiuto di Galbiati: va bene, ma devo fermarlo perchè non c’è sufficente potenza per tutte le apparecchiature della zattera; tutti fermi per far funzionare l’apparecchio radiologico della Stralix M.; li il subsella posso portarmelo via: tanta fatica e spese per niente, senza contare il freddo che tormenta i sub. Comincia a funzionare lo Stralix: facciamo lastre e scopie in superfice, a – 5 m, a – 10 m, con Giglio, Lele e Rizzo (Sergi è stato malato quasi sempre ed oggi è convalescente) assistiti da Coia, Merli e Gasco con ARO. Io riposo per modo di dire, è tutto un correre. C’è una gran bagarre, tutti litigano, tutti gridano la loro e durante un prelievo toccano un nervo radiale a Gilio, gran dolore, che resta con braccio e mano paralizzati. Il sabato 15 aprile comincia con un tempo molto coperto, poi schiarisce e verso le 13 attacca a nevicare; faccio prelievo di sangue, colazione, poi di nuovo al lagher, mi metto l’unisuit ed andiamo all’Uacrakocha. Visto che non è arrivato nessuno organizziamo un’immersione con l’ARA; sul gommone, guidato da un marinaio ci imbarchiamo: Galfetti, Gian, Coia, il tenente della Marina Militare Peruviana Francisco Ariduaga Cavero ed il dott. Zavatto. Scandagliamo e troviamo un fondale di – 32 m e filiamo un peso con un cavo da 20 mm. Galfetti ci aveva calcolato questa immersione: discesa 4′ – permanenza a – 32 m 8′, – risalita 5′ – tappa a – 3,5 m 2′ – tappa a -1,8 m 5′. Ci immergiamo alle ore 12,35, tutto regolare e perfettamente: ho guidato io perché in possesso di orologio e profondimetro regolabile in altitudine; usciamo alle 12,59 ; le tabelle del Galfetti sono O.K. e noi siamo recordmans mondiali. Al rientro, Pancio lo dice a Majol che va in escandescenze, insulta tutti, pianta grane, tiene un colloquio segreto con il prof (appena rientrato da Lima) e si tiene la rabbia.
Il viaggio
Mestieri
docente universitarioLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
PerùData di partenza
1978Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Gli altri racconti di Gian Antonio Saccomani
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