“È la fine”

Mi getto a tastoni sull’hublot par tentare di aprirlo. Ma questo come tutti gli altri in navigazione è stato fortemente inchiavardato. Sento il respiro che ingrossa ed ansa – mille pensieri mi attraversano già la mente febbricitante. Sono spaventosamente solo disarmato ed all’oscuro. E la nave continua ad affondare. Si sbanda sempre più credo di camminare già sulla parete di dritta trasformata dallo sbandamento in pavimento. Continuo a brancolare nel buio ed arrivo alla porta. I momenti si succedono con perfetta lucidità di morte: i pensieri si accavallano si sovrappongono. Riesco ad aprire. Volto a sinistra che è la mia direzione buona. Il passo mi viene ostacolato da un intruso di cavi di cornici, di ostacoli che mollati dalle loro sistemazioni pendolano o galleggiano. La temperatura ormai vicino al localo caldaie di poppa diventa di fuoco. Mi sento serrare la gola. Mi fermo. Ho la sensazione dell’arrivo del mio momento. Rivolgo il pensiero a Dio che tante volte ho discusso e bestemmiato. Un getto di nafta bollente mi colpisce in pieno e sento un dolore atroce agli occhi. Con quella rapidità di visioni che si hanno solo negli ultimi istanti di esistenza penso a mia madre che non mi aiuta nel mio più tragico minuto poi penso a mia moglie – lasciata da meno di una settimana alla Spezia dove era venuta a salutarmi ed a mettermi al collo la catenina con la Madonna dell’Immacolata. La rivedo allegra e sorridente piena di vitalità serena e di giovinezza. Le forze mi mancano – la mente si ubbriaca. Il respiro si trasforma in rantolo penoso. Capisco ancora che è la fine.