Mestieri
marinaio, artigiano, imprenditoreLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiore (accademia navale)Paesi di emigrazione
Argentina, Bolivia, Perù, ColombiaData di partenza
1925Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Arrivati a Buenos Aires, Serretti e i soci si accingono all’impresa della fabbrica di mattonelle. Forte è la tentazione dei guadagni rapidi.
Eccoci in questa grande e bella città, capitale della repubblica argentina, Buenos Aires. In verità a noi sembrò che quest’aria, pur non certo cattiva, neppure fosse meritevole di essere chiamata buona. È l’aria che ovunque abbiamo respirato, secondo il volume e la condizione dei nostri polmoni…
Dopo esserci sistemati in una pensione, abbiamo considerato doveroso andare a trovare, per portare i nostri e i saluti dei cecinesi, due del nostro paese, in Argentina da due o tre anni. Fabbricavano statuette di alabastrite, composizione di polvere di alabastro ed allume, colata in modelli di gomma. Una volta raffreddata la mescolanza bollente ed aperte le due parti del modello, la statuella, dopo una grattata sulla parte della congiuntura e una lavata, era pronta alla vendita.
La nostra pensione era presso una famiglia italiana e per tutti e tre pagavamo 250 pesos al mese compreso il vitto. Avevamo calcolato che con i soldi che possedevamo potevamo vivere senza far nulla per cinque mesi. Ma fra una ventina di giorni sarebbero arrivate le macchine e gli amici S. e B. ci avevano già dato un indirizzo dove trovare un locale adatto per installarle.
Iniziati i lavori, con volontà, spirito di sacrificio, e prodotto ben fatto, U. ci rassicurava in merito, gli industriali in erba si sarebbero fatti ogni giorno più consistenti e forti e, siccome sognare non costa nulla, potremo diventare i re delle mattonelle di Buenos Aires.
Sono passati i primi giorni di vita americana. Dietro la nebbia dei sogni comincia a delinearsi la realtà: prosaica e di piani.
U. dice che, mentre si aspetta che arrivino le macchine, non sarebbe male se lui, unico fra noi tre che può disimpegnare una occupazione remunerativa, senza il bisogno di conoscere prima la lingua spagnola, vuol mettere sul giornale un avviso che dica: “italiano, costruttore, da poco arrivato cerca occupazione impresa edile, esperienza, capacità. Chiamare telefono …. M. U.”.
Il giorno dopo la pubblicazione dell’avviso, si presenta un signore alto, grosso e baffuto. Ciede di M. mostra l’inserzione sul giornale (mi pare La prensa) e, ritiratisi in salottino, iniziano la conversazione. U. tira fuori dalla sua borsa di pelle fogli, cartine topografiche e fotografie. Fotografie di ville costruite dalla ditta “Fratelli M.”, edifici, case, della sua ex fabbrica di mattonelle e fa leggere attestati lusinghieri di clienti cecinesi a lui diretti o alla sua ditta. Poi,entrati in maggiore confidenza, U. spiega qual è lo scopo reale della nostra venuta in Argentina, parla dei macchinari per la fabbricazione delle mattonelle, della disponibilità di fondi, non eccessivi, ma sufficienti per installare la fabbrica ed iniziare la produzione.
Il milanese si dimostrò gentilissimo ed interessatissimo ad aiutare U. disse partendo: “Sì, ingranato in una importante impresa edile, sarà subito più facile, una volta iniziata la produzione di mosaicos, trovate dove e come collocarle”.
Due giorni dopo ritornò, proprio mentre stavamo per uscire dal portone per andare al commissariato di polizia per farci fare la cedola di residenza. “Sono arrivato a tempo!”, ha esclamato. E poi: “Signor M., venga subito con me, lo porterò in una delle più importanti ditte edili di Buenos Aires. L’ingegnere capo, che è pure italiano, è mio caro amico. Gli ho parlato di lei, un posto nell’impresa, mi ha assicurato che ce lo darà”. […]
Alle undici […] arriva U., ci prende per le braccia e intima: “Venite con me, subito! C’è una cosa importantissima!”. Lo seguiamo, come automati, a metà scale, dove non c’era nessuno. Ci investe subito con questa pretesa: “Datemi tutti i soldi che avete. Un affare sbalorditivo e sicuro”!. […]
U. afferra il malloppo, lo unisce alle duemila lire di M., e mettendoseli in tasca scappa dicendo: “Ci rivediamo alla pensione”! Mentre si allontanava quasi correndo, gli gridai, disgraziatamente in spagnolo, perché non pensai di tradurlo in italiano: “Attento, perché qui sono specialisti en el cuento del tio!”. Forse,se glielo avessi detto in italiano, attento alla truffa all’americana, chissà, chi potrà mai dirlo, si sarebbe forse salvato dal cadere nel tranello.
Il viaggio
Mestieri
marinaio, artigiano, imprenditoreLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiore (accademia navale)Paesi di emigrazione
Argentina, Bolivia, Perù, ColombiaData di partenza
1925Periodo storico
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