Mestieri
operaio, manovale, sagrestanoLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
GermaniaPeriodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Nel suo taccuino Pasquale Magresso annota un discorso che intende rivolgere “all’onorevole circolo italiano”, narrando le traversie che l’hanno spinto a emigrare.
All’onorevole circolo Italiano
Signori
Un sogiorno tranquillo rende a noi tutti questo circolo Italiano, rinovando con esso nella memoria i giorni passati in Italia, i paesi veduti, e le cose amirate in sestezza [sic, Ndr]; è ricreazione gradita per loro signori; ma per me solo d’istruzione e d’onore, del resto ò vergogna di presentarmi dinanzi conoscendo la mall’uguagliata diferenza che passa tra loro e la mia povera persona benché io conosca che loro saprano bene compatire la mia povertà, la mia ignoranza, e il mio rozzo trattare, che di tutto questo lo saprano benissimo non sono la colpa, ma bensì il mio stato meschino, pure ò rossore lo stesso; perdono alla mia timidezza.
D’altronde coll’immaginazione avilita pensando all’Italia si rinova in me la triste memoria di tante sventure, di tante tribolazioni, di tanti sospiri. Allontanato dalla mia patria terra per fugir la mi seria fui costretto, ma il cuore sospirava la pace perduta dei padri miei: un piccolo possedimento mi faceva brevemente giubillare nella mia gioventù, ma fu ben presto cangiato in afanni e tristesse per le contradizioni e disgrazie che in poco tempo ridusse tutto il potere in sua preda. Giovane timido mi trucidava in mestesso nel vedermi si povero e abbandonato persino dai miei più intimi amici che prima della perduta mi prometteva conforto poi si ridevano alle mie spalle così si costuma in Italia.
Malgrado la mia poca abilità avrei desiderato un lavoro per cui assistere la mia povera famiglia, ma l’ingratitudine dei miei paesi nativi mi negarono anche questo punto di disperazione se la mia brava moglie non mi dava coraggio unico conforto terreno; ma così non si poteva durare, ebbene dopo un lungo tragitto di tribolazioni abbandonava l’Italia e dopo un faticoso viaggio di 3 giorni entrava nell’Austria proprio nei d’intorni di Vienna d’accordo di entrare in una fabbrica nuova io e la moglie per la promessa parola del medesimo direttore di quella sichè mi feci coraggio ma quale aventura…. Un mio paesano che un anno prima entrava in quella fabbrica stessa quando sepe il mio arrivo corse dal direttore a dirgli che non mi prendesse perché non potevo lavorare ed in tal modo mi ritrovai in una strada straniera per il conforto della mia patria Italiana eppure l’amo lo stesso.
Il viaggio
Mestieri
operaio, manovale, sagrestanoLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
GermaniaPeriodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Gli altri racconti di Pasquale Magresso
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O Germania trionfante ed ardita tu sei l’asilo del piede straniero tu sei l’unica del popolo sincero che dell’Italia...
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“Il trascorso”
In Italia fui mendico nell’Austria un poco meno ma qui nella Baviera Sono ricco poi da seno. [sic, Ndr] In...