Mestieri
cuocoLivello di scolarizzazione
frequenza elementarePaesi di emigrazione
FranciaData di partenza
1952Data di ritorno
1954Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Santo e altri quattro amici sono disoccupati. Decidono di andare in Francia, a cercare lavoro.
Dovevamo essere in cinque amici, dello stesso quartiere di Enna, ad andare a cercare lavoro in Francia. La mattina della partenza, uno la mamma non l’ha fatto uscire, il secondo che abitava vicino pure, la mamma gli ha detto: «tu non esci di qua». Siamo rimasti in tre. siamo andati a prendere la corriera, pochi soldi in tasca, direzione Torino. Gli altri sapevano qualcosa, io non sapevo niente.
Da Torino a Bardonecchia siamo arrivati col treno, poi abbiamo passato la frontiera a Modane di notte, a piedi. Che ignoranti. Meno male avevo una valigetta con dentro niente, però avevo gli scarponi, che con le scarpe di cuoio, in montagna sull’erba si scivolava. Poi al buio… che ci potevamo ammazzare. Guardate, quando uno è giovane, che vuole tutto subito, combina dei disastri. Comunque c’è andata bene e siamo arrivati dall’altra parte.
Uno dei miei amici conosceva un napoletano di un’agenzia a Carcassonne che diceva che poteva trovarci lavoro e così siamo arrivati in treno nella bocca del leone. Quello la prima cosa che ci ha detto è stata: “qua di lavoro nun ce ne stà, o quella (indicando un manifesto della Legione Straniera) o la polizia vi prende e vi rimanda in Italia”.
«E che cos’è sta Legione Straniera?» ci chiediamo l’un l’altro.
«Boh» ci rispondiamo.
Il napoletano ripete: « O quella là o vi rimandano in Italia».
Sono il primo a parlare: «Io in Italia non ci torno più».
«E allora vai là». «Ah, vado là!». Convinto. Convinto ero. Volontario nella Legione Straniera e non sapevo nemmeno cos’era. Ero analfabeta, non sapevo niente.
Appena abbiamo detto di sì, lui ha preso le tele phon e ha chiamato la Police, nel giro di niente ci siamo trovati alla caserma della Polizia e anche lì era pieno di manifesti propagandistici, con foto di gente con mantelli lunghi, la sahariana. Madonna io… sembrava chissà che cosa.
Durante la leva militare avevo scoperto che il mondo non finiva a Enna e mi ero trovato bene, perché nella vita militare se ti abitui alla disciplina stai bene.
Dopo qualche ora di attesa in caserma, era già sera, ci chiedono: «Adesso andrete via. Dove andate a dormire?
«E dove possiamo andare, abbiamo quattro soldi!».
«Basta che domattina torniate qui».
Siamo andati in una pensione e l’indomani ci siamo presentati, il caporale ci ha riaccompagnati alla stazione e con il treno siamo andati a Marsiglia. Arrivati lì abbiamo fatto il nostro ingresso a Fort Saint Nicolas.
Quando siamo entrati… Madonna quanta gente strana c’era, sembrava come una prigione, perché lì ti tenevano in quarantena. Dal 1952 c’era una nuova legge per cui ti tenevano quaranta giorni per fare accertamenti, controllare se eri un delinquente. Se scoprivano qualcosa ti mandavano via. Prima del ’52 non era così, prendevano tutti: ladri, assassini, senza distinzioni.
Il viaggio
Mestieri
cuocoLivello di scolarizzazione
frequenza elementarePaesi di emigrazione
FranciaData di partenza
1952Data di ritorno
1954Periodo storico
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